La ristampa di un disco del 1981 ci propone tre dei banjoisti che hanno portato il loro strumento oltre i limiti del bluegrass, fornendo dimostrazione delle ulteriori possibilità. Oggi Keith é un po’ fuori dal circuito, Trischka continua a lavorare nell’ambito del bluegrass-newgrass (o come altro vogliamo etichettarlo oggi), Fleck é in piena attività, ha avuto collaborazioni in ambiti jazzistici, mentre con i Flecktones si é spinto veramente oltre (anche se su questa esperienza ho personalmente delle perplessità).
Il disco proponeva tre interpreti dello stile più in voga all’epoca sul five-string, il ‘melodic style’, a sua volta una derivazione della grande scuola di banjo bluegrass di Earl Scruggs.
Insieme i tre banjoisti eseguono il brano di apertura (Bill Cheatham), e John Hardy. Ognuno poi si esprime secondo le proprie inclinazioni.
Trischka esegue tra l’altro il medley Dust On The Needle/Paddy Kelly’s Jig; e la famosa fiddle-tune Black Mountain Rag. Fleck, presente in ben cinque brani, oltre ad alcuni tradizionali e al brano di Kenny Baker Salty, propone due proprie composizioni che non mi sembrano i momenti più entusiasmanti della sua partecipazione.
Penalizzato Keith, presente con soli tre brani: Clinging Vine, Mead Mountain Blues e Jolly Waffle Man.
Che dire dei tre? Personalmente Keith mi é sempre sembrato troppo meccanico, una macchina di note assolutamente ‘giuste’, ma non particolarmente creativo; Trischka é apprezzabile per l’inventiva e la sperimentazione che ha sempre messo in tutto quello che ha fatto; Fleck é sicuramente il più dotato, un musicista completo, in grado di spaziare dal bluegrass di maniera all’improvvisazione pura.
Nel complesso ancora un buon disco che si fa ascoltare, tenendo anche conto del numero incredibile di grossi musicisti coinvolti.
Rounder CD 0124 (Bluegrass Tradizionale, Bluegrass Progressivo, 1999)
Mariano De Simone, fonte Country Store n. 58, 2001
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