Vigilantes Of Love - Killing Floor cover album

Anche se il nome è quello di  una band, in realtà il gruppo è ormai saldamente nelle mani di Bill Mallonee.
A riprova di quanto detto è annunciata l’uscita in questi giorni del quarto disco a nome Vigilantes Of Love: Welcome sotto l’egida del producer Jim Scott e, manco farlo apposta, Bill è ancora l’unico elemento originale. E, visto che i brani li compone solo lui, eccovi spiegato perché si è usata l’etichetta di songwriter anziché rock o folk-rock.
Bill, oltre ad essere voce solista suona quasi tutti gli strumenti, dalle chitarre acustiche alle percussioni. L’altro personaggio cardine di questo Killing Floor è il polistrumentista, Billy Holmes. Quest’ultimo, in special modo quando suona il mandolino, sposta il suono verso sonorità dal vago sapore folk: immaginate dei Waterboys elettro-acustici trasferiti, con le dovute distanze, in terra d’America (Port Of Entry può esservi d’aiuto in questo paragone).
Killing Floor attacca con un brano gustoso, Real Down Town: Byrds e Long Ryders, jingle jangle guitars e McGuinn vocals.

River Of Love è ballata d’autore. La chitarra acustica contrapposta al mandolino e le armonie vocali ne impreziosiscono la bellezza. In I Can’t Remember l’accordeon, l’acustica, il mandolino e la voce intensa, sono cariche di riverente religiosità.
Per esempio, anche Sick Of It All viene ingentilita dalla steel guitar di John Keane e assume toni country. Andersonville vuole essere dylaniana prima maniera. Il meglio viene conservato per l’ultimo brano: Strike While The Iron Is Hot in cui dopo ogni refrain entra in gioco uno strumento accompagnatore differente. Non posso dimenticarmi di segnalarvi che Killing Floor ha Peter Buck tra i produttori… e la cosa non stona affatto.

Fingerprint/Sky 7-5020-2 (Folk, Roots Rock, Singer Songwriter, 1992)

Gianfranco Giudici, fonte Out Of Time n. 5, 1994

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