Vincenzo Tropepe – Cammisa Janca cover album

Mettersi nuovamente in gioco alla tenera età di 57 anni dopo innumerevoli esperienze musicali e uno status di artista culto nel circuito tra rock e radici non è certamente cosa da prendere alla leggera. Si tratta di metabolizzare il proprio passato, riciclarsi cercando di trovare nuovi stimoli sonori e rendersi credibili con una ricetta originale e personale. Tutto questo è certamente riuscito a Vicenzo Tropepe, artista calabrese che ha intrapreso questa nuova avventura con lo spirito giusto, con in più la scelta a dire il vero un po’ temeraria di interpretare queste sue nuove canzoni in dialetto, sotto il suggerimento del produttore Don Antonio Gramentieri: scelta sorprendente anche per il fatto che l’album era praticamente completato in inglese e solo all’ultimo si è optato per una lingua certamente ostica per i non autoctoni a cui non si è abituati. Cammisa Janca è comunque musicalmente un lavoro ricco e composito, interpretato con intensità e passione ed attraversato da sonorità limpide tra rock e radici.

Senti U Cielu Comu Chiovi apre con un solido rock che non può non ricordare gli Stones, con chitarre che graffiano e un drumming decisamente solido mentre la successiva Jeu Gridu, più acustica e meditativa, è nostalgica e profondamente critica verso la società di oggi e le sue storture.
Il disco si snoda attraverso questi due binari, momenti più grintosi e taglienti e altri soffici e poetici, fotografando un’anima genuina e sincera che riesce a toccare le corde più profonde anche se la mancanza delle traduzioni dei testi inclusi nel booklet frenano un pochino la comprensione di certe canzoni.
Metallu e Orchidea è ballata di grande effetto, U Dottori intreccia Calabria e Mississippi con una intro di chitarre dal sapore ‘swamp’ che rimanda a certe cose di John Hiatt, con la canzone che da’ il titolo all’album ad evocare luoghi da sogno tra passato e presente. Comu n’Angelu ha il sapore pieno del profondo sud (americano) con un taglio tra gospel e blues, Cani ‘Mbestialutu ci porta idealmente da qualche parte tra il West e il border andando a ripescare ricordi della tradizione folk, mentre l’accoppiata finale con il rock di Oh Signuri! e di U Fiumi congedano nel migliore dei modi Cammisa Janca, un progetto che apre nuovi orizzonti per un artista che merita di essere apprezzato in maniera piena e completa.

Strade Blu Factory SBF008 (Roots Rock, Singer Songwriter, 2023)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2024

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