Se Joe Ely si è ‘scomodato’ per scrivere otto righe a spiegazione della musica di questo artista vuoi dire che sicuramente ci sono della sostanza e delle buone intenzioni in questo lavoro prodotto da Lloyd Maines che, mattatore quando suona la sua steel, ha saputo evidenziare le capacità e la creatività di questo artista.
Wayne, classe 1965, nativo di Dallas, ha trascorso una vita errabonda con tutta la famiglia visto che il padre era costretto a spostarsi di continuo essendo ingegnere militare. Entrò nei marines ed infine, lasciato il ‘corpo’, iniziò ad esibirsi in pubblico nel 1980, e da Nashville approdò ad Austin dove aprì le serate per Rusty Weir e gli Asleep At The Wheel.
L’amicizia di Sue Foley fu incredibilmente propiziatoria per levarlo dagli impicci contrattuali in cui si era cacciato. Wayne ha registrato due nastri e ha preso il posto di Jimmie Dale Gilmore nelle musiche commissionate dall’American Music Theater Festival di Philadelphia nel 1994 per Song From Chippy (Hollywood Ree. HR-61609-2).
Il suo nome appare così accanto a quello di Joe Harvey e Terry Allen, Joe Ely, Butch Hancock, Robert Earl Keen e Jo Carol Pierce.
La sua Thunderstorms & Neon Signs (che appare anche qui) trova posto nel CD e Wayne è anche protagonista della cover di Terry Allen Back To Black. Wayne ha una voce nasale ed ha elaborato un suono che sembra alle volte d’altri tempi ma di una freschezza inusitata: Juke Joint Jumping è impregnato di hillibilly-rock’n’roll-jodelyn’ con passaggi strumentali finemente elaborati. La chitarra di Paul Skelton (Cornell Hurd Band) e i suoi Honky Tonk Brakemen: Bob Stafford, l’altro chitarrista, e il basso acustico di Ric Ramirez sono essenziali e di rilevante importanza nel costruire il suono di questo artista.
Thunderstorms & Neon Signs ha tutti i crismi per essere annoverata tra i classici di ogni tempo. Sue Foley appare in She’s My Baby, Big City Good Time Gal e Ain’t Nobody Blues But My Own: il primo un up-tempo, gli altri due più western swing con quelle forti influenze jazzate in cui gli assolo degli strumentisti ottengono effetti ‘swinganti’ emozionanti.
La tradizione degli hobos (Locomotive Joe), l’honky-tonk (No Loving Tonight, Friday & Saturday Night) e quanto di meglio Hank Williams e Jimmie Rodgers hanno insegnato sono il tesoro che sta racchiuso nella penna di questo artista.
La squisita fattura d’esecuzione strumentale e la sorpresa della voce superlativa di Rebecca, sorella di Wayne, nella conclusiva Summertime, il notissimo brano di Gershwin, ne fanno uno dei clou dell’album.
“Ascoltavamo l’Opry nei piccoli caffè / Quando ci fermavamo a fare uno spuntino lungo la strada / Ogni volta che odo le rotaie che iniziano a stridere / Vengo riportato in un altro tempo…”: canti, suoni, sapori, rumori e visioni di un tempo che fu che Wayne Hancock riporta in auge con consumata classe.
DejaDisc DJD 3221 (Alternative Country, New Traditionalists, 1996)
Gian Franco Giudici, fonte Out Of Time n. 14, 1996
Ascolta l’album ora