Un nuovo gruppo californiano da seguire attentamente, anche perché questo album risale all’anno 1998 e dovremmo quindi essere prossimi alla nuova uscita per il nostro sestetto che mischia sapientemente sonorità country e folk a fare da tappeto alla bella voce dei solisti Doug E. Blumer (suona anche l’acustica) e Nancy Terzian.
Il sound non è improvvisato, gli strumenti elettrici ed acustici sono sapientemente amalgamati (ascoltate Graduation Day, uno dei punti di forza del CD) e trovano posto nel cocktail il basso elettrico di Rob McCloskey, il fiddle bizzarro di Doug Brandon Adams, la batteria precisa di Adam ‘Bagel’ Berkowitz e la pedal steel di David Phillips.
Fin dall’iniziale Devil’s Got Your Name ci si rende conto dello spessore artistico dei nostri: un feeling pieno di grinta e voglia di farsi sentire, conoscere ed apprezzare, che prosegue imperterrito attraverso dolci sonorità tinte di folk cantautorale per High, con un sapore quasi tradizionale, robuste iniezioni smaltate di rock in Tell Me The Truth, divagazioni nel country sognante, ma non certo melenso di Love’s Not That Hard, scorribande nel folk-rock dilagante attraverso tutta Diggin’ A Hole, dove gli strumenti ricoprono a turno il ruolo solista, con divagazioni ed improvvisazione che, se da un lato mettono in evidenza la padronanza dei rispettivi strumenti ad opera dei membri della band, dall’altro sottolineano il grado di omogeneità che deriva dal sound nel suo complesso.
Stesso discorso di valore per Feels Good To Lose You, roccata anche se unplugged, Tear My Stillhouse Down, con un bellissimo a-solo di chitarra acustica e dotato di radicate reminiscenze del folk revival della metà anni ’60 (il ringraziamento a Peter Yarrow del trio Peter, Paul & Mary non deve essere casuale…).
Prime CD PCD67 (Alternative Country, 1999)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 63, 2002