Sid Griffin è stato con i suoi Long Ryders uno dei re del Pasley underground, movimento che negli anni ottanta ha accomunato alcune delle bands da noi più amate come i Dream Syndacate, i Green On Red ed i Rain Parade. Il problema di Griffin è, che, dopo lo scioglimento dei Long Ryders, si è dedicato animo e corpo al suo vero amore, i Byrds, divenendo un vero e proprio biografo di tutto ciò che riguarda la mitica band di Gene Clark, ma tralasciando la sua carriera solista. Difatti, le ultime prove discografiche che hanno visto coinvolto Sid, hanno confermato questo momento opaco del nostro musicista, ed una conclamata sterilità creativa.
A questo proposito ricordiamo l’ultimo album solistico di Griffin, quel Little Victory, un insulso quadretto di brani dal sapore jurassico e di inutili strimpellii pseudo cantautorali.
Purtroppo, anche questo nuovo progetto di Sid non si discosta troppo da questa linea, un opaco album di sperimentazioni elettroniche mischiate ad un country rock alquanto noioso e scontato. Non bastano i nomi, leggi Robyn Hitchcock, Bob Stone, Pat McGarvey, Rob Childs e Dave Morgan, per fare un prodotto di qualità.
I Western Electric navigano in paludi stagnanti, boccheggiando un country rock assolutamente stantio e cadaverico, con inutili tentativi di sperimentazione con inserimenti di batteria elettronica e tonnellate di sintetizzatori, che, invece di avere un effetto innovativo, creano ancora più scompiglio nei brani del CD, ingarbugliando il tutto ancora di più. Tra steel guitars che fanno solo sbadigliare e suoni patetici e sdolcinati, si va avanti per dieci canzoni, tra cui mi sento solo di salvare il brio di When I’m Out Walking With You ed i sette minuti della ballata Whirlwind, che per lo meno, mantiene una sua linea guida. Si salvi chi può…
Munich MR 199 (Alternative Country, Country Rock, 1999)
Fabio Nosotti, fonte Out Of Time n. 35, 2000
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