Tra i tanti generi che hanno avuto particolare importanza nel rendere ricco e diversificato il mondo della musica country, il western swing è forse quello che, per certi versi, può essere considerato più interessante. Interessante per la sua storia e composizione dell’amalgama di stili che hanno contribuito alla sua formazione, importante per la sua responsabilità nel far nascere la musica rock’n’roll.
Texas, Oklahoma e più tardi anche California, sono gli Stati che hanno ospitato l’intero arco vitale di questa musica, nata a seguito di una serie di esperienze personali e al background di alcuni musicisti in rapporto con quanto andava fortemente di moda al tempo.

Dal 1 novembre 1929, data della prima incisione di Bob Wills, o meglio, della Wills Fiddle Band, fino ad oggi, il western swing ha dimostrato di essere un genere musicale che, a fasi alterne, ha goduto dell’attenzione di un ampio pubblico, inizialmente locale, quindi nazionale ed infine internazionale.

Erano gli anni ’30, la musica rurale di origine europea più diffusa in Texas era quella in qualche maniera vicina a ciò che oggi è considerato old time o, meglio ancora, string band music. Non molto differente, se si vuole, rispetto alla string band music suonata nel Sud Est degli Stati Uniti, ma con uno stile piuttosto particolare: l’arcata lunga del violino, insieme ad un accompagnamento chitarristico ‘stoppato’ e ‘swingato’ era la più evidente delle caratteristiche che contraddistingueva la string band music del Texas.

In quel periodo, grazie alle società di estrazione del petrolio che andavano aumentando anno dopo anno in maniera esponenziale, il Texas si rivelò la nuova meta per molti degli immigrati in cerca di lavoro diretti verso Ovest. Nel giro di un decennio, il ‘Lone Star State’ si trasformò nel luogo con la più alta concentrazione di immigrati provenienti da paesi diversi.

Gli anni Trenta, musicalmente, furono caratterizzati dallo swing, il genere più alla moda in quel periodo, una musica popolare, ballabile, divertente e particolarmente stimolante anche dal punto di vista tecnico per i musicisti. Il suono delle big band swing che spopolava nelle grandi città d’America, ripreso dalle stazioni del Texas e trasmesso via etere sull’intero territorio dello Stato, fece quindi presa anche in questo ‘angolo’ del profondo West.

Alcuni musicisti locali decisero di sfruttare questa diffusa moda, aggiungendo alla musica da loro eseguita durante le feste danzanti, progressivamente, alcuni degli elementi propri dello swing: un cantante dalla voce educata ed impostata, la batteria che evidenziava il ritmo marcandone il tempo, la fisarmonica che offriva un suono diverso rispetto agli strumenti a corda come violino e banjo (presto escluso definitivamente), la steel guitar e la chitarra elettrica. Tutti strumenti in grado di produrre un volume tale da ‘riempire’ le capienti music hall dove al sabato sera centinaia di persone si concentravano per ballare. Una musica all’avanguardia eseguita da musicisti proiettati verso il futuro e quindi aperti alle innovazioni che i cambiamenti della società imponevano già allora. La disponibilità al nuovo li contraddistingueva rispetto ai loro colleghi di Nashville, più attenti invece a preservare gli aspetti tradizionali della musica country, tant’è che gli strumenti elettrici nella country music vennero inseriti prima nelle band di western swing piuttosto che nel country nashvilliano.

I due artisti fondamentali, che diedero inizio e popolarizzarono il genere nei primi anni Trenta, Bob Wills e Milton Brown, collaborarono nella formazione che oggi a buona ragione è ritenuta quella che fu responsabile della definizione del suono western swing, ovvero i Light Crust Doughboys (in alcune incisioni Forth Worth Doughboys). Nel 1933 Milton Brown lasciò in polemica la band e fondò i Musical Brownie, una formazione acustica che eseguiva musica altrettanto ballabile ma decisamente diversa per il tipo di strumentazione utilizzata: banjo tenore (a 4 corde), violino, chitarra, contrabbasso e piano. Milton Brown raccolse notevole successo fino alla sua prematura scomparsa, causata da un incidente stradale avvenuto il 13 aprile 1936.

Difficile oggi dire chi dei due avrebbe avuto più fortuna se Brown non fosse morto, certo è che dopo la sua dipartita dalla band, Bob Wills lo sostituì con un cantante altrettanto valido, Tommy Duncan, e sviluppò una formazione che in alcuni momenti della sua lunga carriera raggiunse un tale successo da potersi permettere un numero di elementi da big band, 16 addirittura.

Il suono di Bob Wills & his Texas Playboys ha accompagnato e fatto ballare intere generazioni di americani che vivevano nell’Ovest e fortemente influenzato le scelte stilistiche di tanti altri artisti a lui contemporanei o venuti dopo. Citarli tutti è impresa impossibile, ma è obbligatorio riportare almeno i nomi più importanti, quelli di Cliff Bruner, Tommy Duncan, Leon McAuliffe, Hank Penny, Tommy Allsup, Pee Wee King, Moon Mullican, Tex Williams, Hank Thompson, Spade Cooley, alcuni dei quali già componenti della band di Wills.

Il western swing, come altri generi musicali popolari prima degli anni Cinquanta, entrò in crisi con l’avvento del rock’n’roll – che tanto, tra l’altro, contribuì a far nascere – e tornò ad avere una certa popolarità dagli anni Settanta grazie ad alcune band e artisti che lo rivitalizzarono, tra questi vanno citati gli Asleep At The Wheel, Commander Cody e Merle Haggard.

Gli anni Novanta, infine, hanno visto un diffuso interesse da parte della scena retrò, sviluppatasi in California, particolarmente nell’area di Los Angeles, e a Austin Texas, verso il vecchio western swing di Bob Wills, tanto da garantire continuità a questa musica. I gruppi e i musicisti più rappresentativi in attività dagli anni Novanta, oltre ai sempre bravi Asleep At The Wheel, sono Big Sandy & His Fly-Rite Boys, Riders in the Sky, Don Walzer, Johnny Dilks & The Visitacion Valley Boys, Honky Tonk Confidential, Hot Club Of Cowtown, Lucky Stars…

Ma il western swing oggi non è tenuto in vita solo da formazioni con repertorio ad esso esclusivamente dedicato, infatti gran parte dei musicisti country e new country, famosi e non, anche di Nashville, inseriscono frequentemente uno o più brani di questo genere nei loro nuovi dischi, e il pubblico continua a gradire.