Willie Nelson – Crazy The Demo Sessions cover album

La prima volta che Patsy Cline sentì il demo di Crazy era l’una di notte, da qualche parte nell’estate 1961. Mentre il marito Charlie Dick le faceva ascoltare la canzone, Willie Nelson se ne stava in strada, chiuso in macchina, ad aspettare. Come finì l’audizione lo sapevamo già (Crazy arrivò sino al secondo posto delle classifiche americane), ora grazie a questo album, possiamo ascoltare anche noi quello che Patsy Cline sentì quella notte.

Il demo originale di Crazy è infatti uno tra gli highlight di questa raccolta, che mette in fila altri 17 brani (attenzione, ci sono tre ghost track in un’unica traccia alla fine) incisi per l’allora casa editrice di Nelson, la Plumper, tra il 1960 e il 1966.

Anche se alcuni di questi brani circolavano già in qualche bootleg, Crazy The Demo Sessions risulta comunque un dischetto assai interessante, imprescindibile per i fan di Nelson, e non solo per la presenza di un inedito assoluto, la conclusiva l’m Still Here, un elegante shuffle.

Quasi equamente diviso tra brani acustici e solitari e performance full band, l’album testimonia della precoce maturità di un autore già completo che solo parecchi anni dopo avrebbe avuto il lasciapassare totale dai discografici, e di un interprete libero dagli orpelli orchestrali e dagli arrangiamenti inutilmente gonfiati, con i quali le sue canzoni, almeno sino al 1975 anno della svolta outlaw, venivano irrimediabilmente camuffate.

Tra le canzoni in solitario, splendida l’apertura di Opportunity To Cry, tra le più antiche della raccolta, così come la brevissima What Do You Think Of Her, brano scritto a due mani con Hank Cochran che qui aggiunge qualche harmony vocal e Permanently Loney, che risale alla stessa session di Opportunity To Cry. La rilassatezza con cui Nelson registrò queste canzoni solitarie si riflette anche in quelle con la band, compatto e ruggente combo capace di roccare, come in Thing To Remember, o di scivolare verso lo swing di Crazy: Jimmy Day alla steel, Hargus ‘Pig’ Robbins al piano, Pete Walden alla chitarra, alcuni tra quelli che Nelson stesso, e che la storia del country ha poi confermato, definisce i migliori musicisti di Nashville in quei giorni.

Sugar Hill 1073 (Outlaws, Traditional Country, Honky Tonk, 2003)

Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 91, 2003

Link amici

Comfort Festival 2024