Willy De Ville

Nuovo album per il gitano newyorkese sempre in bilico tra droga e creatività. Da Parigi a New Orleans l’inquieto tragitto di un grande rocker.

Di origini portoricane, fisico asciutto, orecchino, Willy De Ville (il suo vero nome Billy Borsos o più precisamente William Borsay) nasce nel 1953 nella Lower East Side di Manhattan, New York. La ‘Big Apple ‘, crogiuolo di differenti razze e culture, forme artistiche varie tra cui la musica, affascina De Ville: a 14 anni vaga per la city, senza una precisa meta, dormendo sui tetti delle case. A 15 anni lascia la scuola, trasformandosi in un piccolo ‘youngster ‘, senza amici e sempre a disagio. Crescendo comincia a frequentare il Greenwich Village, soprattutto Mac Dougal Street. E’ un vero ‘teeny-bopper ‘ a cui piace ascoltare i musicisti da strada e nel tempo libero cerca di esibirsi come solista.

Nel 1971 va a vivere a Londra per ampliare la sua conoscenza musicale ma gli scarsi risultati ottenuti lo inducono a ritornare in patria nel 1973. Non è del tutto contento della scena rock newyorkese e si trasferisce per circa un anno e mezzo a San Francisco.
Lì fa conoscenza con due side-men come il batterista T.R. Allen ed il bassista Ruben Siguenza con i quali forma un gruppo Billy De Sade And The Marquis.

Alla fine del 1974 è di nuovo a New York dove si inserisce immediatamente nel circuito punk-rock. Canta con i Young Savages, poi forma una nuova band chiamata Mink De Ville e si esibisce spesso al CBGB’S un locale della Bowery, il cui proprietario Hilly Kristal, per primo intuisce la potenzialità e l’energia del nuovo suono newyorkese.

Lì viene concepito il doppio Live At CBGB’S, un album con varie bands newyorkesi che sarà pubblicato solamente nel 1976, e creerà l’interessamento da parte del produttore Jack Nitzsche, che aveva già avuto modo di vedere ed apprezzare De Ville a San Francisco.
La Capitol nel 1977 pubblica il suo album debutto Cabretta. Splendidi motivi quali Spanish Stroll, Cadillac Walk di John ‘Moon ‘ Martin e Mixed Up Schook Up Girl completano un album eccezionale.

Il suo secondo LP, Return To Magenta è ugualmente valido: un sound accattivante e una band coi fiocchi. Colpiscono Rolene di John ‘Moon ‘ Martin, Desperade Days, Guardian Angel e Soul Twist. L’album è ancora una volta prodotto da Jack Nitzsche e la band è costituita da ottimi musicisti come Louie Erlanger alla chitarra, Ruben Siguenza al basso, Bobby Leonard al pianoforte e Thomas R. Allen alla batteria.

Fin dall’esordio vengono delineate le caratteristiche principali della miscela musicale di Willy De Ville e della sua band: soul, rhythm & blues e tradizione latina, musica afro-cubana e quella della New York intellettuale bianca sono le sue primarie influenze, quello che si potrebbe definire del ‘pachuco-rock ‘. Nel linguaggio dei portoricani, ‘pachuco ‘ è un tipo latino un po’ particolare, un sud-americano a metà tra un rocker e un dandy.

Nonostante i suoi brillanti esordi con la Capitol (i suoi primi quattro album sono imperdibili), non ha mai avuto molta fortuna ed ora in America, anche se è diventato un artista di culto, non gode più di vasta popolarità, mentre è più rispettato ed apprezzato nella vecchia Europa.
Il crescente interesse per l’arte e la cultura europea spingono De Ville a prendere una nuova residenza a Parigi. Nel 1980 viene pubblicato il suo nuovo album Le Chat Bleu ennesimo piccolo capolavoro inciso in Francia ed ora divenuto un classico del suo repertorio.
L’ammirazione per Pagnol, Edith Piaf e Yves Montand incontrato tramite il paroliere Charles Dumont porta De Ville a scrivere ed incidere nuove melodie a Parigi e dintorni.
Il disco raccoglie la romantica atmosfera francese e viene completato con una sezione d’archi capitanata da Jean Claude Petit (ex collaboratore di Edith Piaf).

La Capitol chiude i ponti con i Mink De Ville: pubblica Le Chat Bleu in America con forte ritardo, solo dopo aver constatato le buone vendite del disco in Europa. Nel frattempo la rivista americana Rolling Stone proclama De Ville miglior cantante dell’anno.
La band si rinnova continuamente, dei membri originali resta il solo Kenny Margolis alle tastiere.

Di ritorno negli Stati Uniti, nel frattempo il nostro ‘rocker ‘ ottiene un contratto con un’altra major, l’Atlantic e con esse realizza lo splendido ed ispirato Coup De Grace (1981). L’album contiene delle autentiche gemme come la famosissima May Be Tomorrow scritta dallo stesso De Ville, Help Me To Make It ( Power Of A Woman’s Love ) un vecchio brano di Eddie Hinton ed ancora le eccellenti Love And Emotion e You Better Move On del ‘soulman ‘ Arthur Alexander.
Questi brani ed altri hanno creato un autentico ‘stile De Ville ‘: un suono armonioso, influenzato dal Messico, dalla musica dei latino-bar dei Caraibi e da ritmi come mambo, cumbia e merengue.

Un tour mondiale, con un’ampia visita all’Europa, culmina in una trionfale visita all’Olympia di Parigi, dove nel giugno del 1982 si presenta con tre concerti di grande prestigio. L’originale miscela della sua musica e i precisi riferimenti alle sonorità francesi e messicane lo fanno contraddistinguere ovunque ma, nonostante ciò, gli anni ’80 non risultano prolifici per lui.
Nel 1983 esce Where Angels Fear To Tread inciso a Miami, Florida e contenente brani assai preziosi ed evocativi come Each Word’s A Beat Of My Heart e Demasiado Corazon entrambe scritte in un momento di particolare ispirazione. Around The Croner è a sorpresa un motivo italiano scritto da Ezio Leoni, Vito Pallavicini e Carl Sigman. In Where Angels Fear To Tread i Mink De Ville sono formati questa volta da Rick Borgia (chitarre), Louis Cortellezzi (sax), Joey Vasta al basso, Kenny Margolis alle tastiere e fisarmonica, Joe Galdo (batteria) e Richie Puente alle percussioni.

De Ville è cambiato negli anni, ma nemmeno troppo, da autentico ‘bad boy ‘ di New York si è trasformato in un vero rocker, accompagnato sempre dal suo ritmo latineggiante. Negli anni ’80 il suo sound ricorda a tratti il rock di Bruce Springsteen con il chiaro apporto di Louis Cortellezzi al sax (l’accostamento a Clarence Clemons non è poi tanto voluto), ma De Ville è personaggio variegato, un chicano-rocker che ancor oggi si diverte ad imitare suoni e linguaggi della musica soul di Ben E. King. Un poeta vertiginoso, lucido e romantico.

Altra primaria influenza per De Ville è il compositore Doc Pomus (celebre songwriter che negli anni 60′ aveva scritto autentici hits per Dion And The Belmonts e i Drifters per citarne alcuni) con il quale riesce a cofirmare numerose nuove canzoni. Nel frattempo nella soundtrack Cruisin’ vengono inserite tre songs di De Ville Heat Of The Moment, Pullin’ My String e It’s So Easy.

Tra i dischi più incisivi e spettacolari dobbiamo ricordare il mini LP inciso in parte dal vivo con sei brani storici: Each Word’s A Beat Of My Heart (1983), Love & Emotion (1981), Demasiado Corazon (1983), Stand By Me di Ben E. King, May Be Tomorrow (live) del 1981 ed infine Harlem Nocturne (live) scritta da Earle H. Hagen, una azzeccatissima riproposizione dello strumentale creato da Johnny Otis nel 1946 e ripreso anche dai Lounge Lizards e da Rickie Lee Jones.

Il 1985 inizia con l’uscita del singolo Italian Shoes, poi il nuovo long-playing Sportinlife (Atlantic 1985) con nuove atmosfere sudiste, l’impiego dei celebri studi di registrazione Muscle Shoals dell’Alabama ed il costante supporto di Doc Pomus in qualità di autore.
Il 1985 è anche l’anno della bancarotta di De Ville. Nonostante tutto il vivo interesse verso la band dei Mink De Ville, Willy raccoglie soltanto debiti a suo nome.
Nel 1986 De Ville debutta nel film Va Banque del regista tedesco Deithard Kuester ed inizia a lavorare ad un libro di vignette ed affreschi dei suoi primi anni di vita nella ‘lower ‘ di Manhattan. Peccato egli sia spesso alle prese con numerosi e variegati problemi di droga e di alcool che non risolverà nemmeno negli anni a seguire.

Dopo varie vicissitudini lo zingaro newyorkese prepara un nuovo album Miracle, edito nel 1987 dalla A&M e prodotto da ‘sua eminenza ‘ Mark Knopfler (Dire Straits). Si tratta del primo lavoro a nome Willy (non Mink) De Ville, un intero album come solista. Mark Knopfler, presente nel disco anche in qualità di chitarrista, gioca sicuramente un’ottima parte. Spicca una cover degli Them di Van Morrison Could You, Would You?, la suggestiva Heart And Soul con la chitarra spagnoleggiante del maestro Chet Atkins ed ancora Miracle, title-track del disco edita anche come singolo. Piacciono molto Assasin Of Love e Angel Eyes mentre non convince affatto con il suo ritmo funk assai ballabile ma arricchito da super produzioni troppo pompose Due To Gun Control.

Mark Knopfler ha anche selezionato il brano Storybook Love di De Ville come tema conduttore del film The Princess Bride (1987) del quale ha curato la colonna sonora.
Willy De Ville non ha mai avuto credito con la buona sorte, pagando spesso un conto troppo salato nei riguardi di un mercato discografico sconsacrato, incapace di riconoscere spesso valori e meriti di un autentico artista come lui. E così, una figura controversa, dal carattere ombroso e difficile, un elegante arredatore di suoni scoscesi, un grande interprete e notevole autore di melodie, rimane per lungo tempo senza contratto discografico, tranne qualche apparizione ‘live ‘ in Italia, dal 1987 al 1990 per una minuscola etichetta discografica, la Sky Ranch records, un disco di covers.

Partecipano con lui al progetto i santoni di New Orleans: Dr. John, Allen Toussaint, Eddie Bo, Leo Nocentelli e George Porte dei Meters. Victory Mixture (titolo dell’album) è un tesoro ed un tributo a New Orleans. Prodotto da Carlo Ditta che ha creduto in De Ville e nell’intero progetto, il disco presenta dieci canzoni tra cui spiccano Teasin’ You di Earl King, It Do Me Good di Huey Piano Smith, Junkers Blues di Jack Dupree e Hello My Lover di Clarence Toussaint.

Discografia

Produzione americana
Mink De Ville – Cabretta (1977) Capitol ST-11631
Mink De Ville – Return To Magenta (1978) Capitol SN-16282
Mink De Ville – Le Chat Bleu (1980) Capitol ST-11955 (ediz. USA)
Mink De Ville – Coup De Grace (1981) Atlantic SD 19311
Mink De Ville – Savoir Faire (1981) antologia – Capitol EST 26716 (ed. GB)
Mink De Ville – Where Angels Fear To Tread (1983) Atlantic 7-80115-1
Mink De Ville – Each Song Is A Beat Of My Heart (1981) Atlantic 780198-1 (mini LP in parte ‘live’ con 6 brani) (edito in Germania)
Mink De Ville – Sportin’ Life (1985) Atlantic
Willy De Ville – Miracle (1987) A & M records SP 5177
Willy De Ville – Victory Mixture (1990) Sky Ranch Records SR 651304
Willy De Ville – Backstreets Of Desire (1992) Fnac music WM 335/592086 (edito da Fnac in Francia e dalla Ricordi in Italia) (in versione compact-disc)

Altre registrazioni
Artisti Vari – Live At CBGB’S (1976 / doppio ‘live’) (cbgb & Omfug records 315) (Mink De Ville in versione ‘live ‘ eseguono Cadillac Moon, ( Let Me Dream If I Want To (Amphetamine blues) e Change It Comes ).
Artisti Vari – Cruising (1980) Lorimar records (colonna sonora del film di William Friedkin) (De Ville esegue le inedite Heat Of The Moment, (Pullin’ My String e It’s So Easy)
Live In Paris (cassetta/bootleg edita dallo stesso De Ville)
Mink De Ville – Desperate Days LP/BOOTLEG Flying Horses records (1982) FC 015 (registrato live al Bottom Line/New York 14/4/1981)
Mink De Ville – Live Concert DOPPIO LP/BOOTLEG (Recorded live at Pavillon/ New York) (13 dicembre 1982)
Mink De Ville – Coupe De Ville LP/BOOTLEG CHAMELEON records (contiene 19 brani)

Aldo Pedron, fonte Hi, Folks! n. 56, 1992

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