Zoe Muth & The Lost High Rollers - Starlight Hotel cover album

Zoe Muth, country singer originaria di Seattle, non propriamente una città nota per questo genere, aveva fatto parlare abbondantemente di se grazie ad un esordio apprezzato per freschezza e grazia, un lavoro che l’aveva accostata a personaggi come Emmylou Harris o Iris DeMent e che aveva mostrato eccellenti doti compositive.

Notata dalla Signature Sounds, etichetta dedita principalmente alla canzone d’autore ma che ultimamente si è aperta a nuove band che vanno dalla tradizione folk a quella country, Zoe Muth conferma con questo Starlight Hotel doti non comuni sia come interprete e performer, sia come autrice.

La sua è una country music sincera e genuina, legata alla tradizione e vicina per certi versi alla scena californiana che, prima attraverso il cosiddetto Bakersfield sound e poi con l’epopea country-rock degli anni sessanta e settanta, ha scritto pagine fondamentali in questo senso.

Il suo spiccato senso melodico rende le canzoni, pur non particolarmente variegate nei temi sonori, piacevolissime e grande merito della riuscita della proposta va ascritto ai Lost High Rollers, un quartetto rodato e perfettamente in sintonia con la protagonista.

Dave Harmonson a chitarre, pedal steel e dobro, Ethan Lawton al mandolino, Mike McDermott al basso e Greg Nies a batteria e tastiere, danno un contributo fondamentale in termini di calore e passione. Pochi ma valenti sono gli ospiti, a partire da Billy Joe Huels che con la sua tromba caratterizza l’apertura di I’ve Been Gone, quasi una nuova Ring Of Fire con le sue inflessioni mariachi e la sua spumeggiante vitalità.

Le armonie vocali dei Starlings, Joy Mills e Tom Parker, brillano in molte delle canzoni presenti, tutte composte dalla stessa Zoe Muth con estrema onestà e schiettezza, a partire da Starlight Hotel e proseguendo con Whatever’s Left, Before The Night Is Gone, Harvest Moon Blues, New Mexico, la classica barroom song If I Can’t Trust You With A Quarter e Tired Worker’s Song tutte esemplari country songs lontane (fortunatamente!) anni luce dalle patinate produzioni delle major di Nashville. Rigenerante!

Signature Sounds SIG 2036 (Country Rock, Honky Tonk, Traditional Country, 2011)

Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2011

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