Prima collaborazione tra la nostra Associazione e il Cowboys’ Guest Ranch, una struttura enorme che comprende un grosso saloon, un’arena solitamente adibita a rodei ed esibizioni equestri, un ristorante, un’ampia area all’aperto ed un albergo (ancora in costruzione). La cornice ideale per il nostro Festival, si è scritto e si è ripetuto al microfono dal palco. Ma i problemi non sono comunque mancati.
La B.M.A.I. si è occupata dell’organizzazione artistica e della promozione, il Cowboys’ Guest Ranch di tutto il resto. Un lavoro organizzativo che ha visto Antonio Evangelista e Maurizio Faulisi impegnati dalla lontana metà di Febbraio.
A conclusione del Festival, ad incontro tra i responsabili della BMAI e del CGR non ancora avvenuto, possiamo sostenere di poterci ritenere soddisfatti, nonostante i problemi sui quali siamo inciampati durante la tre giorni. Partiamo dalla prima serata.
Il Venerdì non è stato voluto da noi, il CGR ha insistito perché il Festival non fosse di soli due giorni come da noi ipotizzato. Risultato più che prevedibile: un’affluenza di pubblico che non ha superato le cento unità. Meno prevedibili sono stati i problemi dati dall’impianto di amplificazione, in sé decente, ma gestito da incapaci in campo acustico, e da un impianto elettrico di una sola linea sulla quale sono stati caricati impianto audio e di illuminazione, macchina del pop-corn, toro meccanico e saloon! Quest’ultimo problema ha causato un ritardo del sound check, protrattosi fino alle 21,45, nonostante l’inizio del concerto fosse previsto per le ore 21,00.
A problemi elettrici risolti, diciamo sistemati temporaneamente, si è dato inizio alla serata.
Ai buoni Stampede e Redwoods va tributato un particolare ringraziamento per la pazienza sostenuta, in quanto hanno suonato in una condizione acustica oscena. Un esempio per tutti: Daniele Sironi, pedal steeler degli Stampede, si è esibito con davanti a sé un monitor dal quale usciva solo la chitarra elettrica!
Contrattempi, ritardi, e numerose altre piccole-grosse lacune da parte dell’organizzazione (dell’altra organizzazione) non hanno comunque intaccato in maniera determinante un Festival che è comunque riuscito a dimostrarsi come il più importante Festival di Bluegrass & Country Music italiano. E questo non tanto per i nomi presenti, tutti italiani tranne i Monogram e le Ranch Girls, e tutti di ottimo livello, ma per la risonanza che esso ha avuto. Perché possa esservi più chiaro questo, vi elenchiamo quanto la BMAI è stata in grado di fare per promuovere il Festival:
-800 volantini distribuiti al concerto del New American Music Tour;
-700 opuscoli spediti alla mailing list della BMAI;
-oltre 100 opuscoli distribuiti nei più importanti negozi di dischi delle seguenti città: Roma, Firenze, Bologna, Reggio Emilia, Vicenza, Genova, Tonno e Milano;
-oltre 100 opuscoli sono stati distribuiti presso: Carú, Bloom (Mezzago), Festival Country di Correggio, Festival Country dell’CMCI, Spazio Musica (PV);
-lo spot pubblicitario del Festival è stato trasmesso da circa una decina di radio presenti nell’elenco ‘Country Radio’;
-del Festival ne hanno dato notizia i seguenti quotidiani: Manifesto, Corriere della Sera, Repubblica e II Giornale;
-articoli dedicati al Festival sono apparsi su Panorama e L’Unità;
-le seguenti riviste hanno pubblicato mezza pagina dedicata al Festival: Buscadero, Out Of Time e Folk Bulletin;
-Maurizio Faulisi è intervenuto per circa 10 minuti su RADIO RAI 2 durante la trasmissione di musica ‘Radici’
..praticamente ne è rimasta fuori soltanto la televisione!
Gli organizzatori della BMAI, perché potessero giudicare il Festival un successo, si erano prefissati di fare arrivare circa un migliaio di spettatori, ma vi confessiamo che dopo l’interessamento della RAI e di alcune importanti pubblicazioni di enorme tiratura quale Panorama, si ‘temeva’ un’affluenza decisamente maggiore di quella realizzata: circa 100 il Venerdì, circa 600 il sabato, circa 400 la domenica, oltre a circa 200 ‘curiosi’ della domenica giunti per godersi gli stages organizzati, per una cavalcata, o per una passeggiata all’interno della struttura.
Il Festival, oltre alla musica, ha offerto una serie di attività (un pò care a dire il vero) che hanno contribuito a rendere piacevole l’evento, e una buona dose di jam sessions all’aperto la domenica pomeriggio. Non si è certo raggiunta l’atmosfera delle Conventions di Ponderosa, ma quelli, concorderete, erano altri tempi.
Parliamo di musica. Tutti i gruppi hanno dimostrato di essere notevolmente cresciuti, dai primi due della serata di Venerdì, fino a quelli che hanno chiuso il Festival. Possiamo sostenere quindi che il livello medio delle band italiane si è decisamente alzato, stando a quanto abbiamo potuto ascoltare dalle otto presenti in questa occasione, le quali sono riuscite chi più, chi poco meno, ad offrire uno spettacolo interessante, coinvolgente e professionale.
Altro dato sorprendente, ma anche in questo caso non ci si può riferire alla totalità dei musicisti, è l’entusiasmo e la grinta che hanno trasmesso, contribuendo in maniera determinante a far vivere agli spettatori un’atmosfera di piacevole coinvolgimento che, lo ammettiamo con onestà, andava a bilanciarsi con quella impostazione un tantino fredda che si era data l’organizzazione del Cowboys’ Guest Ranch.
Chi vi scrive non è purtroppo in grado di riportarvi l’esibizione dei Monogram, dei quali ha sentito parlare in maniera superlativa, poiché è dovuto allontanarsi per problemi familiari.
Delle Ranch Girls non si può dire che bene, ma questo, soprattutto questo, è solo un punto di vista. Tra coloro che seguono e amano particolarmente, anzi prevalentemente, la musica acustica qualcuno ha sostenuto che erano al limite di quanto un’Associazione come la nostra deve proporre. Gli ‘elettrici’, ma anche quelli di più ampia veduta, hanno ritenuto la loro esibizione esilarante, professionale e curata nei minimi dettagli, da quelli scenici a quelli musicali. Personalmente, se può interessarvi, mi trovo tra questi.
Torneremo a scrivere di questo Festival, se non altro per informarvi dell’esito dell’incontro tra i responsabili della BMAI e del CGR, durante il quale si discuterà sul futuro del rapporto di collaborazione e, alla luce dei problemi riscontrati, delle condizioni perché questi problemi non tornino a presentarsi nell’eventuale prossima edizione organizzata insieme. Anche in questo caso siete invitati a dare indicazioni e impressioni, possibilmente scritte, perché insieme si possa costruire il Festival di tutti, che tutti speriamo un giorno di poter avere.
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 29, 1995