Aveva 88 anni quando lo scorso marzo ci ha lasciati, la prima parte dei quali trascorsi facendo ciò che amava di più, divertire e far ballare il pubblico con quell’irresistibile mix di boogie, country swing, honky tonk e hillbilly, ovvero alcuni dei principali ingredienti che determinarono la nascita del Rockabilly e del Rock & Roll. E lui fu uno dei tanti responsabili della diffusione di quel suono che a partire dalla fine degli anni ’40 cominciò a definirsi fino alla deflagrazione e la conseguente inarrestabile popolarità a metà degli anni ’50.
Crebbe in Alabama, ascoltando il country che usciva dalle grosse radio di legno e quello suonato in occasione di feste danzanti oltre che strimpellando con amici e vicini di casa nel backyard. Divenne professionista giovanissimo, suonando in diverse formazioni locali, una delle quali, i Golden River Boys, entrò in studio nel 1950 per incidere un suo brano, Birmingham Bounce, canzone che si guadagnò buona popolarità nella zona tanto da essere registrata da un’altra ventina di formazioni. Fortuna volle che anche il già famoso Red Foley ne fece una sua versione, che finì alla quattordicesima posizione della classifica country di Billboard e persino in quella pop. Un fatto che determinò l’apertura delle porte per entrare nella scuderia dell’importante Decca, per la quale Hardrock Gunter (all’anagrafe Sidney Louie Gunter Jr.) registrò diversi singoli dal 1951 al ’53 per poi passare alla MGM, quindi alla King. Nel 1954 un paio di sue canzoni finirono su di un singolo edito dalla Sun Records, cosa che si ripeté nuovamente nel ’56. Come tanti altri artisti, Hardrock Gunter negli anni ’60 si ritirò dalle scene, che tornò a calcare da anziano, richiamato da musicisti e promoter con l’obiettivo di presentare al pubblico di oggi gli artisti che 60 anni prima scrissero le iniziali pagine della storia del Rock & Roll.
Maurizio Faulisi, fonte Chop & Roll n. 11, 2013