Non ho molto da aggiungere rispetto a quanto affermai in occasione del debutto Notes From Home (PRC-1093) di un paio d’anni fa. Dovessi descrivere la loro musica a beneficio dei distratti o dei nuovi arrivati, cadrei nell’inevitabile tentazione di rielencare gli aggettivi, positivi dal primo all’ultimo, che resero noiosa la lettura di quella recensione.
In sintesi: una voce lead (John) da brivido; una chitarra potente e fantasiosa, punto di forza della band (ancora John); un banjo solido e tagliente (daddy Bill); un mandolino che non si espone molto, ma quando lo fa è preciso e creativo e con un bellissimo timbro (Jeremy); un contrabbasso dal suono pieno, che sa farsi apprezzare nelle note lunghe dei lenti, quanto nelle ‘pulsazioni’ degli up-tempo (Jason); armonie vocali assolutamente squisite e di gran gusto.
Il debutto vedeva la partecipazione del fiddler Aubrey Haynie e di Rob Ickes al dobro. Questa volta il numero degli ospiti è più alto: Ray Deaton e Russell Moore (wow), Randy Kohrs (altro wow), John Catchings e, triplo wow, Stuart Duncan.
Le canzoni. Forse, ma dico forse, la scelta dei pezzi del debutto è migliore. L’apertura di You Can Run But You Can’t Hide era una bellezza; Mom And Dad’s Waltz di Lefty Frizzell faceva piangere; la title track emozionante; Panhandle Rag in versione swingata spassosissima; e poi You’re Running Wild, Blue Dixie Dreamer, Out Among The Stars e Jenny Dreamed Of Trains di Vince Gill (mai sentita una versione più bella)… No, mi tocca togliere il ‘forse’.
In quanto a scelta dei brani Follow Me è meno coinvolgente. Eccetto You Send Me di Sam Cooke, un quasi-a-cappella da lacrima sul viso. Anche il bluegrass Follow Me To Tennessee, lo swing Candy Kisses, il lentone con tanto di violoncello Grandpa’s Walking Cane, la monroeniana I’m Going Back To Old Kentucky e la conclusiva Trains Make Me Want To Say Goodbye sono pezzi da novanta.
C’è da chiedersi cosa non lo diventerebbe passando dalle loro mani. Bello bello questo Follow Me.
Pinecastle PRC-1113 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, 2001)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 61, 2002