Non giriamoci intorno: Carl Jackson non fa più il banjoista pubblico da diversi anni, esattamente dai primi anni ’80, dalla fine cioè dell’esperienza con Glen Campbell, raggiunto lasciando i Country Store, di Keith Withley e Jimmy Gaudreau e dopo alcuni anni di Jim & Jesse e di Grand Ole Opry.
E questo disco non contiene molte canzoni, nel senso di quelle cantate, ma ha tanti pezzi di banjo. Probabilmente ha smesso di fare il banjoista perché si divertiva di più a cantare le proprie canzoni, a comporre per altri, o produrli, e starsene a casa anziché spararsi le migliaia di Km che bisogna farsi in USA per la stagione dei concerti.
Non aveva tutti i torti, perché come autore è davvero bravo e ha fatto fortuna, la sua e quella di qualche nota star. Senza cercare troppo, il suo nome è sui dischi di Ricky Skaggs e di Vince Gill, per dirne due a memoria.
Qui fa soprattutto il banjo-player, e il titolo deriva da una delle due registrazioni di cui questo disco è una sintesi: Banjoman e Song Of The South. Era certamente in gran forma, sicuramente un virtuoso del 5 corde, in un lavoro, il primo, che è soprattutto un tributo a Earl Scruggs e al suo stile, anche se Carl è noto per aver saputo padroneggiare il melodic style come e quando voleva.
A proposito, imperdibile la sua Orange Blossom Special a Bean Blossom, ospite di Bill Monroe, e pubblicata su Bean Blossom appunto, disco da avere.
Le quattro canzoni dal secondo disco sono On My Mind, The Lonesome River, Jesse And Me e Lay Down My Old Guitar, tutte carine e con Jesse And Me più carina delle altre.
Grande tecnica sullo strumento, suono, gusto nelle variazioni ma, che dire, la compilation è datata, e se non siete proprio dei fans a priori del ragazzo, non lo metterei in cima alle priorità d’acquisto.
Sugar Hill CD 3929 (Bluegrass Tradizionale, 2001)
Nirvano Barbon, fonte Country Store n. 61, 2002