La tradizione californiana della musica country vanta nomi estremamente importanti, a partire da Spade Cooley, la risposta della West Coast al western-swing del texano Bob Wills.
Wynn Stewart, Tommy Collins, Red Simpson e Buck Owens hanno pesantemente influenzato il country di Merle Haggard che, a sua volta, ha ispirato il nuovo Bakersfield Sound che ha trovato linfa vitale nel successo di Dwight Yoakam e di quella schiera di new traditionalists che hanno seguito la sua pista.
In ambito femminile non va dimenticata la figura di Heather Myles che, nell’arco di un decennio (1992-2002) e con soli cinque albums, ha lasciato un marchio ben preciso nel panorama country del Golden State. In questa ottica di rinnovato vigore discografico va inquadrato un duo creatosi per l’occasione di questo Our Shangri-La, in quanto sia Rick Shea che Patty Booker hanno carriere soliste ben divise.
Shea, originario del Maryland, ma ormai residente a San Bernardino, è un affermatissimo polistrumentista, molto richiesto negli studi californiani dove si suona honky-tonk ed ha collaborato con gente del calibro di Dave Alvin, Cold Hard Facts di Chris Gaffney, Mark Insley e Walter Clevenger, tanto per citarne alcuni.
A suo credito ha anche un album insieme al fiddler Brentley Kearns (Dwight Yoakam Band) e tre album solisti. Un biglietto da visita invidiabile, al quale ci sarebbe da aggiungere un fantomatico Outside Of Nashville, più favoleggiato che altro.
Patty Booker vanta origini che affondano nel Red Dirt dell’Oklahoma, pur essendosi i suoi genitori trasferitisi a San Pedro in un secondo tempo. Gran bella… nonna (sì, non è un errore di battitura, volevo proprio scrivere ‘nonna’, oltre che ‘donna’), Patty ha esordito da solista nel 1999 con l’autoprodotto I Don’t Need All That, che aveva creato molto interesse nei suoi confronti, oltre a poter contare sul contributo musicale della crema del country Californiano, fra cui appunto Rick Shea.
Nasce così un disco in coppia che rispolvera il successo di duetti classicici quali quelli di Buck Owens e Rose Maddox o quelli di Merle Haggard e Bonnie Owens, anche se i nostri due eroi avevano già registrato in coppia il brano A House Divided, che compariva su Shaky Ground del solo Rick (1999).
Il sound che esce dagli speakers è senza tempo e potrebbe benissimo essere datato ai primi anni ’60, se non fosse per certe soluzioni più ‘attuali’, ma il risultato globale non è assolutamente anacronistico, anzi sprizza freschezza da tutti i… solchi.
When Will I Ever Learn (di Gary Brandin, pedal steeler di Heather Myles ed oggi con i nostri due amici) ha una partenza chitarristica fulminante ed inequivocabile, I’m No Good Without You (Rick Shea) sembra uscire dalla penna dei Louvin Brothers ed i due la eseguono con raffinati impasti vocali e nel massimo rispetto dei dogmi della country music più tradizionale: grande.
Summer Wine porta la firma di Lee Hazlewood (These Boots Are Made For Walking etc.) e si rivela una grande western song nella vena delle cose migliori di Tom Russell, alla voce del quale Rick avvicina la sua in modo impressionante.
Just A Matter Of Time è pura California e la steel guitar di Brandin è degna erede dei vari Red Rhodes, Jay Dee Maness e Sneaky Pete Kleinow.
Stesso discorso per I Know What’s Wrong, firmata dalla sola Patty Booker ed il ricordo per i primi anni ’70 è diventato una presenza quasi tangibile.
Il title-track è opera di Patty e di un’altra portavoce del California country: Jann Browne (quattro albums solisti all’attivo) e vanta una grinta non comune, ben eseguita a due voci da Rick e Patty.
Fewer Thing All The Time è la classica ballata country con dovizia di baritone guitar ed una bella voce, maschia e profonda (Rick), mentre The Bull & The Beaver riporta alla mente i duetti dei due autori, Merle Haggard e Leona Williams, con i loro successi e fallimenti, sentimentali e discografici.
You Take Me For Granted è invece opera della sola Leona Williams, recentemente tornata ad incidere dopo anni di silenzio.
Ancora Patty Booker da sola firma You, classica country-song sulla falsariga della classicissima Green Green Grass Of Home, mentre Baby That Ain’t True è un altro prodotto della premiata ditta Shea & Booker: country music con baritone guitars in grande spolvero.
Fat Daddy ci concede un attimo di respiro per una boccata salutare di blues, con il placet degli autori, Rick Shea e Wynan Reese, quest’ultimo apprezzatissimo session-men del solito circuito californiano.
The House That We Once Lived In è opera del solo Rick ed è profondamente infarcita della nostalgia legata alla casa che, in un tempo che ora sembra remoto, ha visto un amore che – pare – non ha retto la prova del tempo.
Un grande disco di grande musica, profondamente ed affettuosamente rivolto al passato, ma caratterizzato dalla originalità della rivisitazione stessa.
Da aggiungere assolutamente alla nostra collezione.
Tres Pescadores 4 (Bakersfield Sound, 2003)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 71, 2004