Nell’ambito di una serie di ristampe che speriamo possa essere completa e dopo la riproposta di Amerasia edito nel 1987, la Sugar Hill Records ci ripropone l’album di debutto di Terry Allen uscito nel 1975.
Juarez nasce originariamente come accompagnamento sonoro per immagini che Terry Allen ha metabolizzato grazie ad una vena geniale, talvolta irriverente e ricca di humor, sempre ispirata e poeticamente validissima.
L’America di Terry Allen è al tempo stesso romantica e violenta, nostalgica e crudele, sulla stessa lunghezza d’onda di artisti come Sam Shepard, i fratelli Coen, Oliver Stone, Joe Lansdale e John Ridley che l’hanno raccontata attraverso i loro film e i loro libri.
Juarez rappresenta, con le sue storie scarne e desertiche, un buon modo per avvicinarsi all’America visionaria di un grande autore, qui accompagnato unicamente dal suo piano e dalle chitarre di Greg Douglas e Peter Kaukonen.
Melodicamente sono già presenti le peculiarità che lo avrebbero portato a firmare di lì a poco quel capolavoro intitolato Lubbock (On Everything), doppio album pubblicato nel 1978. Il disco è un concept album ambientato nell’evocativo sudovest americano, tra Juarez e Tijuana, Cortez e San Diego, che racconta di personaggi che vivono ai margini della società: Sailor, Spanish Alice, Jabo e Chic Blundie.
Citare un brano piuttosto di un altro è quindi ininfluente e inutile, Juarez è un album da penetrare nel suo insieme, scoprendo momenti di grande genialità e pathos. In aggiunta, come epilogo 2003 della storia, ci sono due momenti (uno strumentale e uno cantato) intitolati El Camino, con la presenza di eccellenti nomi come Lloyd Maines (dobro e chitarra), Bukka Allen (accordion), Richard Bowden (fiddle e mandolino) e Davis McLarty (batteria).
Degna conclusione di un lavoro importante che è giusto riscoprire per apprezzare uno dei grandi autori della Musica Americana.
Sugar Hill SUG-CD-1077 (Singer Songwriter, 2004)
Remo Ricaldone, fonte Country Store n. 71, 2004
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