Rompe il silenzio Jeff Black, songwriter che solo un paio d’anni fa sembrava avere un radioso futuro, da percorrere sull’onda di una rispettabilità conseguita grazie ad alcuni indovinati hit, regalati anche al dorato mondo delle chart country. Un futuro che oggi, a giudicare da questa release per ora disponibile solo attraverso il sito web di Black, pare un po’ meno radioso.
‘Same old story’, la via dei songwriter al successo, lo sappiamo, è tutta in salita e lastricata di sudore e sofferenza.
B-Sides And Confessions, sin dal titolo svela luci ed ombre di questo progetto, voluto forse proprio per interrompere il silenzio dopo la strombazzata (almeno negli States) uscita di Birmingham Road, suo debutto per la Arista divisione Texas: un album pieno zeppo di chitarre, un muro di rock che provava a modellarsi sulle irresistibili melodie di Black. B-Sides è invece tutto l’opposto, piccolo e introverso capitolo dai forti connotati autobiografici, giocato in quasi completa solitudine, con sparsi apporti di una impeccabile quanto riservata sezione ritmica e ben poco altro.
Un disco di ballate romantiche, a volte quasi drammatiche, come la splendida Sunday Best, che scava nell’intimo dell’anima blue collar, o la folkie Athena, che Black canta con voce spezzata, o il country di Gold Heart Locket, per sola voce e banjo.
Compagno di Black, in queste confessioni a cuore aperto, è spesso il pianoforte, una piccola e piacevole sorpresa, ed anche un piccolo valore aggiunto alla qualità melodica e confidenziale dell’intera raccolta.
Same Old River, Slip, Bastard (la prima una delle rare per voce e chitarra, la terza dagli echi alla Jackson Browne), sono altre pagine eccellenti, che meriterebbero una produzione più generosa, pur suonando, anche in questa veste solitària, mature e compiute. È questa la caratteristica di tutta la raccolta, molto di più di una semplice raccolta di demo, qualcosa di meno di un album definitivo.
Dualtone 80302 (Singer Songwriter, 2003)
Singer Songwriter, fonte JAM n. 82, 2002
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