Josh Ritter - Golden Age Of Radio cover album

Debutto discografico nella major league dei songwriter per Josh Ritter, un ventiduenne il cui debutto indipendente ha già scomodato paragoni che vanno da Cash a Nick Drake, da Phil Ochs a Steve Earle. Tutto e nulla insomma, tranne il carico di responsabilità gettato sulle spalle, ancora acerbe, dell’incolpevole Ritter.
Ma quanto incolpevole poi? Golden Age Of Radio ha dentro un po’ di tutte quelle inflessioni così spregiudicatamente attribuitegli dai colleghi anglosassoni, ma non le ha tutte per davvero e fino in fondo (e come potrebbe?), né tutte allò stesso modo. Piuttosto, la vena generale di Golden Age Of Radio è modulata sulla gentile sottomissione di un canto ancora piacevolmente immaturo, sulle corde di chitarre acustiche non troppo raffinate, sulla piacevole malinconia di un autore ‘in progress’.
Un autore che dimostra di aver ascoltato tanto folk e tanto country, quello della tradizione, non quello delle radio, e che non nasconde simpatie con il cantautorato texano, da Van Zandt a McMurtry (a proposito, ma dove è finito?).
Ascoltare Lawrence Ks o Roll On, per credere. Ma anche un autore che con qualche mezzo in più potrebbe inventarsi una sua strada nel pop/folk, come quella ad esempio intrapresa da un altro Josh, di cognome Rouse, con il quale Ritter ha in comune anche il gusto per la ballata melodica e un po’ introversa, come Other Side.
Presto per dire se Ritter sarà davvero quello che alla Signature si attendono, Golden Age Of Radio è comunque un capitoletto interessante del nuovo folk americano d’autore, senza pretese di inventar nulla e senza proclami da nuovo profeta. E di questi tempi, non è poco.

Signature Sounds (Singer Songwriter, 2001)

Mauro Eufrosini, fonte JAM n. 82, 2002

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