Coloro che saggiamente avevano dato fiducia al new-comer Buddy Miller, che nel 1995 aveva esordito (sempre sulla lungimirante Hightone) con quello splendido Your Love And Other Lies, si ritroveranno oggi avvantaggiati nel decidere se acquistare o meno la sua seconda prova, Poison Love.
Per quanto ci riguarda i dubbi non esistono: già l’iniziale Nothing Can Stop Me, composta dal team George Jones-Roger Miller (?) rappresenta un biglietto da visita di eccellente caratura, con quella sua chitarra elettrica solistica che tanto fa anni ’60. La seguente 100 Million Little Bombs, composta dagli stessi coniugi Miller (come ben altri sei pezzi qui contenuti) ci fornisce invece un’idea abbastanza precisa di cosa sappia fare il nostro se si mette a comporre in proprio (oppure ‘in famiglia’ se preferite). Grande ballata di amplissimo respiro, con la voce di Julie Miller a supportare quella del marito ed Emmylou Harris ad accompagnare il tutto con la sua acustica: grande performance.
I bei nomi che fanno mostra di sé in Poison Love, includono anche quelli di Jim Lauderdale, Gurf Morlix, Sam Bush, Steve Earle, Tammy Rogers ed Al Perkins (chi se lo ricorda nei supergruppi della California del country-rock anni ’70?). Il prodotto sciorina quindi una serie incredibile di brani intimisti, quali la seguente Don’t Tell Me o Don’t Let Me Down, per alternare le scelte con soluzioni più ritmate (vedi il title-track o Help Wanted) o con sorprese tipo Love In The Ruins, uno shuffle rallentato estremamente gradevole.
La Hightone Records, qualore ce ne fosse ancora bisogno, sta confermandosi fra le indies più attente – se non la più attenta in assoluto – al panorama dell’industria discografica USA indipendente. Dalla sua ala protettrice sono usciti nomi quali Dale Watson (senza dubbio ‘the next big thing in texas country music’), gli ultimi lavori di Tom Russell, Dave Alvin solista e questo solo per citare alcuni riferimenti significativi per i nostri lettori. Grande disco e grande conferma.
Hightone HCD 8084 (Alternative Country, Singer Songwriter, 1997)
Dino Della Casa, fonte Country Store n. 39, 1997
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