Che la country music stia attualmente vivendo felici momenti è cosa nota anche in Italia a tutti gli appassionati del genere. Tuttavia, a parte i fedelissimi che ne hanno seguito l’evolversi negli ultimi anni, dalle nostre parti questa musica viene ancora collegata ad una immagine dell’America più conservatrice e reazionaria.
Strascichi di una cultura che ha dato un’interpretazione di essa assolutamente superficiale e ottusa, che forzatamente ha voluto imporre un punto di vista col quale poter giudicare se una musica è di destra o di sinistra, non tenendo conto di un semplice, elementare fattore: la musica di estrazione popolare e tradizionale, in quanto tale, è per natura conservatrice. Questo, molto sinteticamente, è il motivo per cui nel nostro Paese ancora oggi la country music stenta ad affermarsi.
Capita che quotidiani come Repubblica o settimanali come Panorama dedichino intere pagine al fenomeno, riportando lo strepitoso successo che negli ultimi tempi il genere sta riscuotendo negli States, ciò nonostante niente riesce a smuovere il nostro mercato, le case discografiche continuano a ignorarla, così come radio e televisioni.
Eppure attualmente la country music possiede tutte le carte per poter sfondare anche qui: un sound fresco e accattivante, influenzato nella giusta maniera dal rock e dal pop, suoni scintillanti dati dalla migliore industria discografica, testi tutt’altro che banali, anzi, assolutamente rappresentativi della società moderna, diretti, nei quali il cittadino medio può identificarsi facilmente.
Negli States, ma anche in molte zone d’Europa, i dischi country vanno a ruba, in alcuni casi più del rock. Le classifiche di vendita in America vedono costantemente almeno quattro o cinque prodotti country in cima, tra i primi dieci. E questo giova un po’ a tutti, anche alle etichette minori che, grazie ai molti artisti di qualità che non riescono a guadagnarsi un contratto con una major, vedono assicurarsi comunque la loro discreta fetta di mercato.
E’ il caso della californiana Hightone, casa discografica alla quale a seguito di vari pellegrinaggi è approdata la talentuosa Rosie Flores dopo aver inciso per la Reprise e la Red Moon.
Once More With Feeling è, giusto per ricollegarmi a quanto finora asserito, un tipico prodotto di moderna country music. Nei 47 minuti di questo disco c’è tanta di quella buona musica da soddisfare il più esigente dei palati: country rock, rock’n’roll, blues, tex-mex, honky-tonk, country. La ragazza è incredibilmente in gamba, e Once More With Feeling mi fa amaramente pentire di non aver assistito ad uno dei suoi concerti tenuti anche nella vicina Svizzera la scorsa estate.
Tutti i pezzi sono frutto della sua prolifica vena creativa, canzoni che spesso portano l’ascoltatore a viaggiare in spazi aperti e illuminati da un caldissimo sole. Grintosa e dolce, aggressiva e affettuosa, Rosie Flores è una cantautrice di gran talento, una musicista completa, ascoltate il suo assolo all’elettrica in Rosebud Blues, o la sua vellutata voce in Bandera Highway, anche voi non avrete dubbi, con lei si viaggia in prima classe.
E, guarda caso, nello scompartimento, accanto alla bella Rosie, vi troverete anche Joe Ely, Skip Edwards, Katy Moffatt e un’altra mezza dozzina di cowboys dagli stivaletti impolverati e dalle facce poco raccomandabili.
Svelti a salire, il treno è in partenza, guai a perderlo.
Someday /My Blue Angel /Love And Danger /Try Me /Ruin This Romance /Bandera Highway /It’s Over /Honky Tonk Moon /Girl Haggard /Real Man /Rosebud Blues /Tumblin Down
Hightone HCD 8047 (Alternative Country, Bakersfield Sound, Honky Tonk, 1993)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 21, 1993
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