Grano, frumento o granoturco, chiamatelo come volete, é la traduzione di Kukuruza, band moscovita divenuta ormai molto popolare in America, registrando addirittura per la Sugar Hill Records, e sono alla loro seconda incisione.
Crossing Borders giunge ad un anno di distanza dal loro primo Greener Pastures del 1992. Non suonano bluegrass tradizionale. Ad essere sinceri sono più una Russian Country Folk Band. Immaginate un certo tipo di genuine e tristi ballate folk europee fondersi con sonorità derivanti dal bluegrass e dalla country music, il tutto suonato con gli strumenti propri di una bluegrass band, e comincerete ad avere una idea del sound dei Kuks.
Aggiungete elementi di musica classica e varie influenze popolari, e il quadro diventa più completo, ma a fare da cornice in questo Crossing Borders troviamo Maura O’Connell e Jerry Douglas.
Le canzoni sono 14, 12 delle quali cantate in russo. In inglese troviamo solo Love Takes Work e Roses In The Snow, Gornitja è la canzone che vede la partecipazione di Maura O’Connell, che con la sua spendida voce interpreta bene, nonostante canti in russo, e a suo modo il pezzo.
Per i puristi bluegrassari é un album duro da masticare, questo penso lo avrete intuito, occorre forse una leggera apertura o predilezione verso il folk, ma non mancano buoni spunti bluegrass, Jerry Douglas che ci sta a fare! Sentitelo in Falling Corns, uno splendido brano che sembra tratto da un suo disco, e la band lo segue benissimo, un pezzo veramente ‘valido’, come direbbe un mio amico.
Ciò che distingue i Kukuruza da una qua!siasi band europea o giapponese di bluegrass é che mentre quest’ultime si immergono nel bluegrass americano suonandolo magari anche bene, i Kuks, anche se ne sono fortemente influenzati, non ne replicano il suono. E’ proprio questo il guaio, direte. Mah, fate voi. Certo che di bluegrass qui ce n’é poco, e riconosco che di cultura folk da noi ce n’é ancora meno, quindi penso che tutto sommato non siamo e forse non saremo mai pronti per recepire le melodie di questa band.
D’altronde, senza andare troppo lontano, abbiamo di fianco a noi i cecoslovacchi che suonano ancora meglio, e facciamo fatica a recepire il loro bluegrass, ma forse é solo uno scherzo della natura che vicino ad una nazione Ceca, ce ne sia una Sorda. Quindi figuriamoci i russi, oltretutto insistono a cantare in russo, e questa penso sia la cosa che più li allontani e li renda molto poco accettati, almeno entro le nostre mura. Però quel Falling Corns…
Stradaniya /Porushka-Poraniya /Gornitja !Go With God My Lovely /I Remember When I Was Young /The Wanderer /Falling Corns /Mother l’m Lonely /Cossack’s Song /The Secret /Love Takes Work /Enough /Roses In The Snow /l’m Sitting On A Stone
Sugar Hill CD-3814 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Progressivo, 1993)
Paolo Ercoli, fonte Country Store n. 23, 1994