Quando dicevo “…il più celebrato artista del momento” in chiusura della recensione di Sixteen Years di Ralph Stanley, non mi riferivo naturalmente solo a Doctor Ralph, ma a quel sound che insieme al compianto fratello Carter ha creato a partire dalla seconda metà degli anni ’40. Un sound al quale si sono ispirati molti; non solo, ovviamente, quei musicisti che hanno fatto parte della band dei Clinch Mountain Boys: si pensi ai Johnson Mountain Boys o allo splendido riconoscimento organizzato da Tim Austin poco tempo fa.
Il presente tributo giunge proprio dal figlio di Ralph, diciassettenne nel 1996 quando registrò questo disco con John Rigsby, anch’egli poco più che teenager, entrambi parte dell’ultima formazione dei Clinch Mountain Boys da ormai tre anni. Il primo suona la chitarra e canta lead, mentre il secondo, che pare essere un valido polistrumentista, in questo caso si occupa di suonare il mandolino oltre che cantare tenor, ad eccezione della bella Medicine Springs dove sfodera un inaspettato lead vocal di tutto rispetto. Al banjo abbiamo Steve Sparkman; alla chitarra lead James Shelton; alla chitarra ritmica Chester Robinette; al fiddle James Price; Jack Cooke al contrabbasso. Ralph Stanley Senior partecipa come special guest.
A parte il valido James Price, che riesce ad essere perfetto nei back up quanto nelle parti solistiche e l’inossidabile Jack Cooke al contrabbasso, le parti strumentali non colpiscono mai l’ascoltatore. Il banjo di Sparkman, fin troppo ‘Stanley’ nel timbro, non esce mai con potenza e a volte, in How Mountain Girls Can Love particolarmente, mi pare persino pasticciato.
A Shelton non viene data opportunità di esprimersi al meglio.
Il mandolino di Rigsby, insieme al fiddle di Price, è lo strumento più interessante dell’album, ma mi pare doveroso riportare che, anche in questo caso, ci troviamo di fronte ad un timbro poco convincente. Anche il suo chop ritengo debba essere evitato come riferimento da quanti tra di voi si trovano in una fase di formazione sullo strumento.
Sul versante vocale, fortunatamente, non si può che dire bene del duo: Ralph è bravissimo, nonostante la sua giovane età, e lo stesso vale per John, che offre una prova esemplare di tenor in perfetto stile Stanley. Il repertorio è più di quanto scontato possiate immaginare e se a questo aggiungete gli aspetti strumentali di cui sopra, non resta che considerare questo CD un pregevole debutto di due giovani ancora troppo giovani per essere giudicati con severità.
Copper Creek 0151 (Bluegrass Tradizionale, 1996)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 39, 1997