Che il suo nome sia legato a produzioni importanti, come il recente The Life Of A Minor Poet per la Watermelon, che a lavori con budget minimi, come questa proposta che lo vede tornare alla svizzera Brambus, il talento naturale di questo moderno ‘troubadour’ fa sempre la differenza. La sua fama, nell’ultimo ventennio, si è consolidata anche come interprete, dopo essersi messo in evidenza per una serie di composizioni che hanno conosciuto covers di Dolly Parton, Alabama, Jerry Lee Lewis, Haggard, e numerose stars di country e rock.
Ascoltando Ghosts Of The Music, produzione ‘nashvilliana’ realizzata in duo con Ronnie Guilbeau, chitarre e voce, ci rendiamo conto del perché Hugh continui ad essere uno dei più interessanti songwriters country-folk di questi ultimi anni. Come scrive lo stesso Hugh, l’album è la storia del viaggio di una persona attraverso la vita adulta. Delle quindici canzoni, le prime otto riguardano temi cari all’universo cantautorale, Loving, Losing And Drifting, e le seconde sette raccontano “del vero amore, quello che realmente esiste”.
La calda, dolce, ispirata ed intensa voce di Hugh, dà corpo a queste semplici melodie, ne personalizza lo scarno ed essenziale guitar-sound in prevalenza acustico. Brani semplici, molto lineari, graziati da qualche pregevole tocco elettrico o slide di Guilbeau, che raccontano l’essenza della vita stessa con toccante fervore, assoluta partecipazione emotiva.
Rivelano tutto il talento, il cuore, la grazia espressiva, la vena poetica, di un personaggio di rara sensibilità, all’apice della maturità tanto come autore che come interprete. Tanto veri, dal sembrare autenticamente autobiografici, i ‘fantasmi della musica’ di Moffatt lasciano il segno proprio per la loro concretezza, la loro realtà, che solo la dimensione country-folk di cristallina purezza, rende eterei.
Brambus 199810 (Singer Songwriter, 1998)
Luigi Busato, fonte Out Of Time n. 29, 1998
Ascolta l’album ora