Virginiana di nascita, cresciuta a Washington e formatasi musicalmente a Austin, Texas, Kelly Willis è una sorta di eterna promessa del nuovo country. Spesso coccolata dalla critica, ha sempre avuto vita dura nell’ottenere riscontri di vendita. Forse perché la sua formula musicale, a cavallo tra new country e neo folk d’autore, non è mai riuscita a convincere nessuno dei due pubblici di riferimento.
Protetta da Nanci Griffith, Kelly fa il suo debutto discografico nel 1990 (prima con la MCA con cui ha pubblicato tre album tra cui l’ottimo Bang Bang e quindi con la Rykodisc). Dopo il suo ritorno con la nuova etichetta nel 1999 (What I Deserve) oggi Kelly ci riprova con Easy, lavoro registrato a Austin e mixato a Nashville.
Il disco, per altro carino, non sposta però il giudizio sulla Willis. Che, da quando ha abbandonato il piglio rockabilly dei primi album, si è un po’ smarrita. Si sente anche la mancanza (ma questa, ammetto, è una mia fissa) di un genio della produzione elettro-acustica come John Leventhal o di un guru come Don Was che l’avevano aiutata negli album precedenti. E anche se il disco ha dei bei suoni e discreti brani, risulta alla fine troppo consueto, specie per chi è avvezzo a questo tipo di lavori. Eppure non mancano momenti gradevoli come la bella ballata Find Another Fool, la struggente Easy (As Falling Apart) nello stile della prima Linda Ronstadt e lo spumeggiante (eppur raffinato) bluegrass di You Can’t Take It With You. Interessante anche la cover di un brano di Kirsty McColl (Don’t Come The Cowboy With Me Sonny Jim).
Rykodisc 10622 (New Traditionalists, 2002)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 84, 2002
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