Ogni tanto fa piacere ricredersi, anche se poi in maniera non esagerata (l’Ego non deve essere troppo bistrattato: fa male e ti tocca poi entrare in analisi…). Nel caso dei Ricochet sono stato pienamente d’accordo con la recensione negativa del loro primo CD apparsa su Country Store, e sono stato quindi stupito dal ritrovarmi divertito dal loro showcase a Owensboro, lo scorso anno: quella che mi era parsa una band un po’ confusa nello stile e negli intenti, al di là di una innegabile bontà tecnica, mi era improvvisamente sembrata dinamica, vivace, e di notevole intrattenimento. Vai a sapere…
Poi mi arriva il CD di cui parliamo, e mi dico: “Non sono confusi e sterilmente progressivi, anzi, qui sono tradizionali al punto giusto e contemporanei (e originali) quanto basta a distinguerli nel mucchio”. Confermava la mia impressione il giudizio di Tony Rice sulle note di copertina, quindi tutti d’accordo sulla bontà dei Ricochet.
Ma a volte ci si ricrede in più tempi e, diciamo, a fasi alterne: mi sono accorto così che una grossa parte della validità di questo gruppo come intrattenitori (e del mio divertimento al loro show) derivava dai pezzi swing, un po’ alla Reinhard-Grappelli, che qui mancano totalmente (e non vi danno quindi modo di apprezzare la bontà del banjoista Steve Lewis alla chitarra e del chitarrista Randy Greer al mandolino (!!!)); poi c’è anche il fatto che mi sono accorto di non sopportare la voce belante del contrabbassista Jimmy Trivette (un po’ come quella dell’amato Larry Stephenson, ma più priva di corpo e vigore), e Martino mi ha fatto notare una generale mollaggine nei pezzi. Non è quindi che mi sia ri-ricreduto, in sintesi, ma nel complesso ora come ora non raccomanderei l’acquisto di Carolina Memories in modo sfegatato, se non ai già-fans della band, considerato quanti CD veramente buoni ci sono in giro. Be’, se non mi ri-ri-ricredo…
Rebel REB-CD-1722 (Bluegrass Moderno, 1995)
Silvio Ferretti, Country Store n. 38, 1997