Craig Smith - Craig Smith cover album

Uno del debutti probabilmente più attesi dai bluegrass fans, e dai banjoisti in particolare, è stato quello di Craig Smith in qualità di solista. Un’attesa fin troppo lunga, quasi inspiegabile. Il numero delle sue collaborazioni è infatti lungo quasi come la lista degli ‘Smith’ nella guida telefonica di New York. Ha suonato il suo Granada in buona parte dei migliori dischi bluegrass di questi anni ’90, principalmente per artisti senza banjo nella loro formazione o per solisti che hanno inciso prodotti circondandosi dei migliori strumentisti in circolazione; mi riferisco a Laurie Lewis, Stuart Duncan (Nashville BG Band), Ronnie Bowman (Lonesome River Band), Jerry Douglas, David Grier e almeno un’altra dozzina di importanti nomi. Il suo 5-string possiede tutte le qualità per essere apprezzato, tanto dai tradizionalisti quanto da quelli che preferiscono vedere lo strumento proiettato oltre il classico Scruggs-Style.

Un tono a mio avviso perfetto, una pulizia ed un controllo da manuale, una scelta delle note dettata dal miglior gusto, in grado di spaziare nel ‘melodic’ con la stessa scioltezza di Keith, un ‘back-up’ degno del miglior Crowe.
Il disco riflette la tendenza oggi in atto da parte dei ‘grandi’ della nuova generazione, ovvero quella sana scelta di non voler stupire proponendo lavori carichi di tecnica fine a sé stessa, pezzi concepiti solo per dimostrare le proprie capacità. E così anche in questo disco vi sono brani cantati, ben cinque, e una gamma di ritmi e stili da rendere vario e piacevole l’ascolto sin dal primo momento.
Un solo strumentale veloce, dal repertorio di Ralph Stanley, quindi swing, old-time flavor, fiddle-tunes, rag-time, country, un banjo ‘solo’, ecc. E per rendere ancora più interessante il tutto, anche la presenza di Junior Brown alla steel. Guai a chi non lo compra.

Rounder 0357 (Bluegrass Tradizionale, 1997)

Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 38, 1997

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