Che tempestività… il disco è uscito nella seconda metà del 1995, e Country Store ve ne parla solo ora. Beh, poco male: vorrà dire che le ‘entrate’ dell’etichetta, relativamente a questo prodotto, torneranno ad alzarsi grazie a noi ritardatati. Now Or Never è un disco bluegrass che deve essere acquistato. Se amate il bluegrass moderno e grintoso, ben suonato e cantato, fatto di canzoni attuali e originali, acquistate Now Or Never e non ve ne pentirete.
E’ la seconda realizzazione di questa band formata nel 1993, il debutto portava il titolo di Stop, Look And Listen, e i quattro ragazzi si confermano dignitosi colleghi di Lonesome River Band, Carolina o Continental Divide: questo il loro campo d’azione, il target di riferimento è lo stesso, gli obiettivi pure. Ben sette delle dodici canzoni sono frutto della loro creatività. Parliamo di queste.
Apre la title track, uno dei due pezzi scritti da Jerry Nettuno il mandolinista della band e quello che al lead vocal mi piace meno dei tre cantanti. Gli altri sono Keith Tew (gt) e Terry Campbell (bs). Steve Pye si occupa esclusivamente di suonare, piuttosto bene, il 5-string banjo. Il brano è, come dire, di presentazione, ovvero non troppo veloce, rilassato con ‘drive’, dove ogni strumento viene fuori a dimostrare di che sono capaci i tre (escludo in questo senso il bassista, che manifesta in ogni momento grande padronanza dello strumento). Subito si nota il chitarrista, fantasioso e fluido, con buon timbro e ottima ritmica. Il Nettuno mandolinista non sorprende ma nell’insieme della band funziona comunque molto bene. Anche Grandpa di Keith Tew, seconda traccia, si fa piacevolmente ascoltare ma non cattura completamente l’attenzione dell’ascoltatore; si fa apprezzare per le sue belle armonie e per il suo ritmo lento, ma comunque carico di tensione (lo so, mi sto ripetendo, ma è questo il vero punto di forza del gruppo).
E’ con Holding On di Terry Campbell (chi la scrive se la canta…) che si decolla veramente, bellissima la canzone, altrettanto la voce del bassista. Non vi è un assolo che si possa giudicare tale, ma un’idea mandolino-banjo ripetuta più volte, e di grande presa. Bella.
Bello anche il lento successivo, impreziosito da coretti sulla voce lead, e da un chorus molto country. Il primo vero pezzo ad alta velocità è Goin’ To The Hilltop, ed è qui che esce bene il banjo: il timbro non mi soddisfa, il limite dato dalla scarsa capacità di dinamica è trasformato in una ossessiva presenza, direi ritmica, decisamente funzionale.
Uno dei brani più belli del disco è On And On, non il classico, è scritto da Nettuno (ma per fortuna cantato da Campbell) e offre una melodia già sentita e allo stesso tempo originale, sostenuta da una sezione ritmica azzeccatissima.
Il disco va avanti così, con molta varietà di ritmi e stili, dal blues un po’ Monroe un po’ LRB, al lento non-bluegrass con sola chitarra arpeggiata, con i buoni interventi dei due ospiti, Aubrey Haynie al fiddle e Kim Gardner al dobro.
Highstrung non è una formazione di talenti di stupefacente livello, è un gruppo che è riuscito vocalmente a offrire un prodotto molto valido e curato, che suona con invidiabile grinta, che ha dato vita ad un suono d’insieme in grado di oscurare i pochi punti deboli individuali. Un esempio per molti.
Pinecastle PRC 1047 (Bluegrass Moderno, 1995)
Maurizio Faulisi, fonte Country Store n. 37, 1997
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