Tim O'Brien & The O'Boys - Oh Boy! O'Boy! cover album

Penso che si possa ritenere Tim O’Brien un uomo veramente fortunato: come musicista ha avuto modo di produrre tutto ciò che la sua mente eclettica suggeriva. Oggi, per esempio, Tim ha una nuova passione, una passione che, onestamente mi spaventava: l’Old Time Music. E la sua collaborazione con un musicista come Mark Schatz che oltre ad essere ritenuto tra i migliori contrabbassisti sul mercato bluegrass e new acoustic, occupa una notevole posizione fra i ‘picchiettatori’ di banjo clawhammer, mi faceva temere un’uscita ‘a tutto old time’. Il timore andò poi ispessendosi quando conobbi Mark Graham, ‘il barbuto reverendo armonicista che collabora con Tim in questo disco e che sembrava aver trasformato la propria armonica in un naturale prolungamento della bocca.

Timori infondati. Oh Boy! O’Boy! non ha deluso le aspettative dei numerosi fans me compreso, e già dal primo ascolto ci si inizia ad affezionare alle piacevoli melodie scelte o inventate dal nostro sornione musicista Scott Nygaard, che assieme a Schatz costituisce il nucleo degli O’Boys che in questo lavoro sono aiutati nientepopodimeno che da Ron Block, Mary Chapin Carpenter dal già citato Mark Graham all’armonica (in soli 2 brani), da Edgar Meyer col caratteristico suono ‘arcobass’, Mollie O’Brien harmonies in un altro paio di pezzi, il Presidente Peter Wernick ed un Del McCoury che aggiunge uno screamin’ harmony vocal a cui non siamo abituati e che non ci aspettavamo su When I Paint My Masterpiece, il 2˚ brano dei disco. E’ inutile aggiungere, a mio avviso, dell’immancabile presenza di Jerry Douglas addirittura nominato O’Boy onorario.

Tutti i pezzi sono suonati come un buon disco richiede, i suoni, curati da Bill Vorndick, non presentano pecche rilevabili e la perizia tecnica dei singoli musicisti è ormai nota a tutti, anche se il suono del mandolino di Tim può non riscuotere favori unanimi: la presenza di Mark Schatz è notevole sia al basso che al banjo, canta come harmonist e suona la jaws harp (scacciapensieri). Scott Nygaard si riconferma come il grande chitarrista che ha dimostrato di essere fino ad oggi, e lo fa soprattutto nell’assolo dell’ultimo brano, He Had A Long Cabin On.
L’old time, come ho detto, non poteva mancare, suonato talmente bene da risultare estremamente piacevole anche ai non estimatori: Run Mountain, The Farmer Cursed Wife e Johnny Don’t Get Drunk/Rye Straw ci forniscono un ottimo motivo per dare un orecchio a questo importantissimo genere musicale spesso tacciato, a torto, di monotonia.

La filosofia di questo lavoro penso essere quella di presentare al pubblico quel tipo di sonorità che ci viene proposto dalle ultime tourné, e di questo terzetto di amici che creano grande musica condita da un piacevolissimo ‘sense of humor’ tipico di Tim O’Brien e facilmente riscontrabile, oltre che dalle note di copertina, nel finale del secondo brano, nelle foto interne all’opuscoletto nella quale, per esempio i tre O’Boys sgusciano gamberetti, oppure in quella in cui Tim fa volteggiare una Martin appesa a una corda (…).
Il mio giudizio su questo disco, molto positivo e torno infine, scusandomi della mia prolissità a ribadire ciò che ho detto pocanzi riguardo la fortuna di Tim O’Brien, che oltre a tutto ciò si trova ad avere… una moglie davvero carina.

Sugar Hill 3808 (Singer Songwriter, Country Folk, Country Acustico, Old Time Music, 1993)

Ruben Minuto, fonte Country Store n. 19, 1993

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