I Bluegrass Patriots hanno avuto i loro momenti di notorietà nel 1991 per il successo della loro versione di When You And I Were Young, Maggie e nel 1996 quando ottennero mezza copertina sulla rivista Bluegrass Unlimited. Provengono dal Colorado e si sono formati nel 1980, riportando in tutti questi anni un solo cambio di formazione (da record, veramente), cambio comunque causato dalla scomparsa nel 2002 del dobroista Rick Bradstreet.
Fedeli al loro nome ci propongono, con appunto il nuovo acquisto Dan Mitchell al fiddle, questo Springtime In The Rockies, lungamente atteso dopo sette anni di assenza dalla sala d’incisione.
Ad un primo ascolto questo disco pare semplice, ma approfondendo è ricco di pezzi particolari e ricercati, con un solo originale proveniente dal mandolinista della band Willie McDonald, oltre a Wave Goodbye del songwriter Elliott Rogers, una train song con nel finale un gioco di voci interessante o ancor più intrigante.
Gli altri brani denotano una scelta singolare e approfondita: un paio di gospel degli anni ’30, un paio dalla tradizione western d’inizio del secolo scorso, un paio di vecchi pezzi folk, tra cui Down In The Valley con le cinque strofe cantate con impasti di voci sempre diversi, un paio di standard bluegrass degli anni ’40 e ’50, tra cui segnalare Sparklin’ Brown Eyes con un bel jodel (che è un po’ che non se ne sentivano più in giro), uno strumentale dal titolo esplicativo sulle sonorità che contiene (Indian Council), un gioioso Carter Family ed in chiusura una festosa versione di Paul Bunyan Love dal repertorio di Rose Maddox. Non c’è che dire, eclettico ma sempre omogeneo nell’approccio e nel suono.
Gli altri elementi della band non ancora citati, tutti ottimi cantanti e strumentisti, sono Glenn Zankey alla chitarra, Ken Seaman al banjo ed infine il bassista Danny Rogers dalla voce chiara quanto è folta e bianca la sua barba. Un disco fresco e pulito, come (gioco di parole fin troppo ovvio) una primavera nelle Montagne Rocciose.
Copper Creek 0218 (Bluegrass Tradizionale, 2004)
Claudio Pella, fonte Country Store n. 73, 2004