Grazie ad una indipendente possiamo avere un tributo ad un ‘indipendente’. Quello che le grandi compagnie non sono riuscite a fare, semplicemente perché non lo vogliono più fare, riesce con semplicità e naturalezza alla minuscola Appleseed che realizza un’opera proprio nel più puro spirito del personaggio celebrato. Progetto iniziato nel ’96 da Jim Musselman, Where Have All The Flowers Gone doveva essere un semplice CD compendio all’uscita del libro omonimo che raccoglieva l’imponente ed importante ‘song-book’ di questo ormai leggendario songwriter. Progettava di registrare dodici brani per un CD, ma ben presto si è reso conto che era impossibile catturare tutte le sfaccettature di tanto songwriter che, solo o con Woody Guthrie, Malvina Reynolds, Leadbelly, Weavers, Almanac Singers, ha attraversato più di cinquantanni di musica popolare americana lasciando indelebili tracce di sé come autore, musicista, scrittore e musicologo.
I brani di questo doppio CD sono diventati 39 e non è che il primo di due volumi sinora programmati. Se non c’era bisogno di un così monumentale tributo per realizzare l’importanza e la statura del personaggio, diveniva indispensabile per capire le varie influenze avute da Pete Seeger sui songwriter e sui musicisti delle numerose generazioni seguite alla sua. L’ingresso nella Rock & Roll Hall of Fame, il Grammy alla carriera, e le centinaia di onorificenze non bastano a descrivere di come sia stato (e sia) l’anello di congiunzione tra Woody Guthrie, Leadbelly & Co. con il cantautorato impegnato degli anni a venire che, oggi, non è necessariamente identificabile con personaggi come Springsteen e la DiFranco. Chiunque abbia mai ascoltato una canzone d’amore, una di protesta, una per bambini, una politica sulla giustizia sociale, o, più semplicemente, una folk song sulla vita della gente, certo riconosce o, comunque, conosce un brano di Pete Seeger.
“Il mio principale intendimento come musicista è di mettere canzoni sulle labbra della gente, non solo nei loro orecchi”
“Ho messo nuove parole in vecchie melodie. Nuove melodie e ritmi in vecchi testi di altre persone.”
Così ama ridurre la sua attività di songwriter Pete Seeger. Non è un caso che le sue canzoni abbiano fatto il giro del mondo in ogni senso: ad ognuna ha dato qualcosa, da ognuna ha ricevuto qualcosa per rinnovare ed attualizzare i messaggi che in esse sono contenuti. Ognuno di noi le conosce per una ragione diversa. Chi è sensibile alla lotta per i diritti civili, ai problemi razziali, ai movimenti per i diritti dei lavoratori, a quelli per la pace del mondo o, più in generale, alla lotta per un’autentica giustizia sociale, ama quest’uomo, ha cantato, ascoltato o vissuto le sue canzoni.
“Attraverso la storia, i leaders delle nazioni sono stati sempre attenti a quali canzoni dovevano essere cantate. Noi conosciamo il potere delle canzoni.”
Non a caso si apre con Where Have All The Flowers Gone che unisce la magia delle Irish-voices di Tommy Sands e Dolores Keane a Vedran Smailovic, cellista bosniaco, con un coro di bambini appartenenti tanto a scuole cattoliche che protestanti in sottofondo. La denuncia dei drammi quotidiani che accadono anche nella vecchia e pacifica Europa è trasparente.
Certo è piacevole ascoltare stelle della musica rock personalizzare ogni suo brano: voci note per brani altrettanto noti. Jackson Browne e Bonnie Raitt, Kisses Sweeter Than Wine in chiave reggae con David Lindley alla chitarra, John Gorka, affrontare con la levigata voce baritonale The Water Is Wide, per risalire sino a Richie Havens, Bruce Cockburn, Turn, Turn, Turn, Ani Di-Franco, Tish Hinojosa, Billy Bragg, Greg Brown, Nancy Griffith, con la corale If I Had A Hammer, protagonisti del primo CD.
Al loro fianco troviamo vecchi eroi della scena folk USA: Kim & Reggie Harris con The Magpies, Peter, Paul & Mary, Tom Paxton, Ronnie Gilbert con Robin Flower e Libby McLaren, John Stewart, e i Weavers. Quest’ultimi, guidati dallo stesso Pete Seeger, chiudono la raccolta celebrando con la classica Wiwoweh, noto inno sudafricano alla speranza per gli oppressi, uno dei pochi brani non registrati per l’occasione. Il ’98 è il cinquantesimo anniversario della loro fondazione, il leone si è risvegliato.
“Una canzone è come un bambino: una volta che si alza da solo, qualche volta sorprende i genitori.”
Il secondo CD si apre con Bruce Springsteen che, abbandonate le palestre, le strade, i bar di periferia, gli stilisti famosi, veste i panni di un Segeer o di un Guthrie. In grande compagnia propone un’originale e credibile versione di questi due gospels della tradizione afro-americana che, una volta uniti, sono divenuti, dalla fine degli anni ’40, un emblema della canzone di protesta non violenta, We Shall Overcome. Non lo amiamo, ma lo rispettiamo. Se sta solo cavalcando la tigre, un giorno o l’altro questa lo sbalzerà dalla groppa e lo sbranerà.
Più credibile l’ex Byrds Roger McGuinn, che ritorna nel suo ruolo di un tempo con Bells Of Rhymney (Limeliters, Chad Mitchell Trio). Lo stesso si può dire della pura voce di Judy Collins, delle brave Indigo Girls, del blues-man Guy Davis, e della sempre ispirata Odetta.
Ancor più nutrita la schiera di musicisti folk inglesi o irlandesi in questo secondo CD: Dick Gaughan, grande nell’interpretare Waist Deep In The Big Muddy, Martin Simpson, Living In The Country, Tommy Makem e Donovan. Da rilevare la prima apparizione dell’attore Tim Robbins in veste di cantante, All My Children Of The Sun, e del nativo americano John Trudell.
In attesa del suo nuovo album prodotto da Jackson Browne, ci racconta la storia di una bandiera americana riadattata da una composizione dello stesso Seeger, The Tom Flag.
Chiude ancora una volta Pete Seeger in persona con un brano che guarda al futuro, And Still I Am Searching, suonato alla chitarra in compagnia del nipote Tao. Where Have All The Flower Gone è un tributo, sincero e gratuito, di questi musicisti a Pete Seeger. E’ dedicato a tutti quei cantautori, che nel passato come nel futuro, hanno fatto e faranno loro gli stessi ideali di giustizia, uguaglianza e di pace che sono stati il filo conduttore della vita di questo musicista. Mai, una voce fuori dal coro, ha avuto tanti accompagnatori.
Appleseed 1024 (Old Time Music, Singer Songwriter, Folk Revival, 1998)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 26, 1998
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