Già musicista culto per molti fans del country-revival più incontaminato, questo bostoniano trapiantato a Nashville, geniale ed eclettico musicista, si ripresenta con l’atteso seguito di Pan American Flash (DFG 8460). Paul Burch, che ha suonato con i BR5-49, Lucinda Williams o Greg Garing, ma anche con Bill Monroe, Vassar Clements, Faron Young, per non parlare dei migliori strumentisti country di Nashville, è uno dei più rispettati nomi della scena country della città, compresa quella alternativa. In Wire To Wire, Paul Burch si fa notare una volta di più per lo spessore del suo linguaggio musicale, compiutamente espresso in una dimensione country senza tempo e con impressionanti riferimenti stilistici e storici.
Più ‘Texas-swing’ oriented rispetto all’album precedente, Wire To Wire ci mette di fronte ad un personaggio che conosce il Dylan di Nashville Skyline, Hank Williams, e Bob Wills & Texas Playboys con tutto quello che è passato in mezzo. Non propone country music di seconda mano, orecchiata dal country-rock degli anni ‘70, come offrono tanti personaggi ora osannati. Le sue citazioni, tutte attraverso un repertorio originale, sono di prima mano e ogni canzone sembra aver una bibliografia che la documenti.
Paul Burch, accompagnato dai ben sintonizzati WPA BallClub, con l’ausilio di bluegrass-heroes quali Doug Ranger (Riders In The Sky) e Raymond McLain (Jim & Jesse), propone autentico country d’autore dai riferimenti stilistici d.o.c..
Autore, interprete e band-leader, d’altri tempi, Burch mostra una incredibile sensibilità per la tradizione, ha il genuino feeling per il classico, e un gusto unico per ricreare le sonorità storico-canoniche del country & western. Cosa si può dire di più di ‘un neotradizionalista’ capace di coniugare Hank Williams, Bob Wills o Ernest Tubb, con Lyle Lovett?
Dixie Frog DFG 8468 (Alternative Country, 1997)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 25, 1998