Eccolo il mitico Trooper che, dopo una rassegna stampa che avrebbe fatto invidia al nuovo disco di Dylan, viene ad essere disponibile non solo ai soliti quattro fortunati… Complimenti a Greg per un disco di sicuro valore e per la sua capacità di nasconderlo a tutti per così tanto tempo ma, a dire il vero, complimenti soprattutto a G. Tallent che affrancatosi dall’ingombrante presenza del suo e nostro Boss si ricicla come grande produttore di artisti non troppo conosciuti (i grandissimi Delevantes su tutti).
L’ambientazione di questo disco, come se il suo produttore non riuscisse davvero a staccarsi dal suo ex datore di lavoro, o volete continuare a chiamarlo Boss, è il più puro e coraggioso blue-collar anche se, a differenza di tanti altri eroi del genere, si nota un costante avvicinarsi ai suoni più rurali tipici del sud degli States. Un musicista che, seppur derivativo, ci presenta una serie di canzoni dalle melodie pregnanti e dalla freschezza compositiva non indifferente; dispiace comunque che, seppur davanti ad un ottimo lavoro, la risonanza avuta da questo artista ha portato molti a dimenticarsi di grandissimi talenti che, senza essere inferiori al nostro Greg non hanno neanche lontanamente avuto dalla loro una copertura simile.
I nomi di giganti sconosciuti, M. Germino su tutti, o il giovane G. Hamilton 4, sono passati indenni dalla possibile ascesa alla fama che, senza dubbio, Trooper ha invece colto, almeno in Italia.
S. Earle, mentore di tutta questa serie di nuovi cantori della grande provincia, appare in session ma, a sottolineare il valore di questo disco, non è l’unico primo attore a comparire sulla scena. Tanti altri talenti battezzano quello che, pur non essendo l’esordio, doveva essere il lancio definitivo di Greg nel mondo delle stelle…ma per lui era forse destino diventare solo il più famoso sconosciuto d’Italia…
DVI 5002 (Singer Songwriter, 1996)
Paolo Liborio, fonte Out Of Time n. 23, 1997