Mi sono avvicinato a questo CD curioso ma del tutto ignaro di cosa sarei andato ad ascoltare. Il gruppo dei The Duhks è giovane sia nell’età dei componenti sia come vita artistica. Arrivano dalle praterie di Winnipeg, Manitoba in Canada. Migrations, loro terza prova discografica li afferma come una delle realtà più promettenti del panorama acustico americano. La loro musica, pur basandosi sulle radici della tradizione nord-americana, si protende verso sonorità innovative. Caratteristica forte è l’utilizzo del banjo suonato in stile clawhammer che insieme al violino, che per l’occasione è più corretto chiamare fiddle, crea un sound molto radicato nell’old time music. La band è composta da Tania Elizabeth ai violini ed armonie vocali, Jessee Havey voce solista, Jordan McConnell chitarra ed armonie vocali, Leonard Podolek clawhammer banjo, bouzouky, armonie vocali e voce solista nel brano 5, Scott Senior percussioni varie. Come ospiti Tim O’Brien, che è anche produttore del lavoro, Luke Bulla e Katie Herzig.
11 le tracce sia di composizione propria sia dove alla melodia originale è stato sostituito il testo. Vedi Moses, Don’t Get Lost di provenienza tradizionale con le liriche riscritte da Tim O’Brien. Oppure songs con chiare influenze zydeco, o alla tradizione bretone o irlandese, o ancora gospel, o semplicemente folk. Bella e molto ben riuscita la cover di Mountains O’Things di Tracy Chapman. Sempre ben presente e aperta la voce interessante, vagamente afona ma sicuramente moderna e fresca di Jesse Havey.
Tutto l’album dei The Duhks è magnificamente suonato con arrangiamenti splendidi, vivaci e ricchi di sfumature che non trascendono mai nell’inutile. Ottimi anche i cori ben amalgamanti e sonori. In conclusione, una vera rivelazione, un ottimo CD, confermo nel dire un capolavoro, imperdibile.
Sugar Hill CD 4014 (New Acoustic Music, Irish Folk, Old Time Music, Cajun, 2006)
Stefano Santangelo, fonte TLJ, 2006
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