Giunti con Stayin’ In The Doghouse alla seconda prova, i Vidalias si confermano come un gruppo di punta della Upstart Records, interessante e giovane etichetta, già segnalatasi per aver ospitato nella sua scuderia un talento quale Dennis Brennan. Provenienti dalla periferia di Atlanta, i Vidalias attingono dal folk roots urbano, dall’honky tonk e dal country, proponendoci un’interessante miscela di queste ‘matrici’ sopra citate.
La qualità migliore dei Vidalias, come per i più affermati Mavericks, sta nel riuscire a proporre un tipo di sound denso di vibrazioni elettrico/acustiche che spazia, con fantasia, nel genere melodico, senza ricadere mai nella banalità più totale, difetto principe del country made in Usa.
Gioielli acustici si affiancano a sontuosi arrangiamenti tipici del ‘western style’, facendo scorrere questo Stayin’ In The Doghouse come un piccolo, ma mai domo ruscello di montagna.
Una grande ballata come Whose Side Are You On fotografa, perfettamente, la qualità del CD e l’abilità dei Vidalias nel districarsi tra il country di marca nashvilliana e quello più urbano/folk.
Charles Walston ha una signora voce, calda al punto giusto per questo tipo di musica, senza mai risultare lamentosa o sgradevole, cosa che ha condannato definitivamente, e, senza prova d’appello, personaggi come Jimmy Dale Gilmoure. Piacciono molto la malinconica Such A Mystery, Whole Lotta Doin’ Without, Mysery Loves Company, What A Nice Surprise, e la roccheggiante Questioningly.
Vidalias è un ottimo marchio di fabbrica per la country music della new generation. Se volete evitare i soliti schemi vecchi ed abulici del country tradizionale, è bene rivolgersi a bands come i Vidalias, che, per la loro personalità unita a grande estro, sono capaci di ringiovanire questo tipo di suono.
Upstart 034 (Alternative Country, 1996)
Fabio Nosotti, fonte Out Of Time n. 21, 1997
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