Gabriel Dorman - Give That Dog Some Peace cover album

Eccellente esordio di questo cantautore di Newtown, Connecticut. Laureato in storia, studioso di civiltà e culture orientali, appassionato di pittura, cinema e scultura, Gabriel è il tipico songwriter east-coastiano, colto, raffinato, gradevolmente urbano. Trasferitosi a New York una volta finiti gli studi, si adatta a qualsiasi lavoro pur di poter comporre la sua musica. Alterna lavori occasionali di ogni genere pur di essere sempre disponibile ogni qualvolta avesse la possibilità dì calcare i palcoscenici di locali quali il Bitter End, Rainbow Cafe, Jane’s Place e il Cornelia Street Cafè. Proprio durante una delle sue performaces in uno di questi locali conosce la cantautrice Lili Anel (ascoltate il suo Lauched Last sempre per questa label) che lo presenta a Matt Balitsaris, chitarrista di matrice jazz e presidente di una piccola label newyorkese che alterna jazz a folk d’autore (proprio il connubio dei folk-singers dei sixties con i musicisti jazz negli anni ’60).

Anch’egli rimane folgorato dalle capacità di questo moderno menestrello dalle inusuali accordature e strutture ritmiche e da quello che egli racconta facendo tesoro delle grandi storie del passato. Lezioni che nei secoli si ripetono costantemente, un pò diverse nella forma ma sempre uguali nei contenuti di fondo. Un cocktail di storie del presente che si adattano al passato, o viceversa, emozioni umane che nel tempo si ripetono senza mai perdere intensità, valore e contenuti. Nelle storie di Gabriel prendono vita guerrieri, conquistatori, seduttrici, traditori e credenti, storie d’amore senza tempo, colorate dalla sua fantasmagorica immaginazione. Ma se pur rimaniamo affascinati dagli enigmatici testi, non bisogna dimenticare l’originalità della sua proposta musicale, il suo stile chitarristico funky, dalle particolari accordature aperte, l’uso delle voci femminili così aderenti alla sua che, a volte, si assimilano in un unico e potente strumento, le frequenti ripetizioni ritmiche sottolineate dall’uso delle chitarre e delle percussioni.

Ruolo determinante hanno i raffinati ed eclettici musicisti chiamati ad una prova tanto ambiziosa ed innovativa nelle formule espressive. Gabriel Dorman è chitarrista acustico decisamente superiore alla media, unico per originalità di stile, ed è magistralmente supportato in architetture sonore degne di una Joni Mitchell, dai Loose Shoes, Matt Balitsaris, chitarra elettrica, e Jeff Berman, batteria e vibes, Paul Adamy, bassista jazz di notevole fama, Rusty Cloud, tastiere (Bo Diddley) ed il popolare percussionista Minu Cinelu. Ultimo, ma non meno importante strumento, è la voce di Lili Anel, determinante e costante presenza, capace di creare incredibili armonie con Dorman e che, negli ultimi mesi, ha iniziato ad esibirsi stabilmente con lui.
Da sempre affascinato da gruppi capaci di armonizzare, da Lambert, Hendricks & Ross, Beatles, Peter, Paul & Mary, C. S. N & Y, sino a formazioni di colore di gospel e r&b, Gabriel Dorman è riuscito a far tesoro e trarre ispirazioni dai generi musicali più diversi, dal folk-rock sino alla world-music e al jazz, adattandoli alle proprie esigenze espressive con rara grazia e perizia.

Il sound di Give That Dog Some Peace, la tìtle track, è un’originale canzone d’amore su ritmi africani (Dorman ha ascoltato molto anche Paul Simon), è elegante e raffinato ma sempre teso e vibrante, pieno di ritmo e vita. Da Salome, dal delicato ed attuale reggae-groove, a Jesus Freak, è un immaginario e lungo viaggio.
Chi ama l’allegoria, avrà di che divertirsi con le sue songs. Ma Gabriel Dorman sarà una rivelazione soprattutto per chi segue il cantautorato USA più evoluto e di cui Joni Mitchell è regina ed i re, ormai, sono dediti per lo più agli stravizi o latitano. Le sue ballads ci accompagneranno a lungo, dall’accattivante ritmo rock di Slow Smoke, sino alle preziose Fits Of Madness, armonie vocali a tre parti intessute su un corposo basso acustico, per arrivare a Walkin’ The Devil, che apre e chiude l’album all’insegna delle più tipiche atmosfere di un songwriter newyorkese, dal fascino west-coastiano d’altri tempi, di cui sentiremo a lungo parlare. Give him a chance!! A buon intenditor….

Palmetto PM 2010 (Singer Songwriter, 1995)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 9, 1995

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