Kevin Connolly - My My My cover album

Gran bel disco. Peccato che forse ci crederanno in pochi… ed allora agli increduli suggerirei quantomeno di ascoltarlo. E’ vero, il suo primo disco (Kevin Connolly, EFR 101) era risultato gradevole e nulla più, ma con questo secondo sforzo Kevin di strada ne ha fatta parecchia. Ha percorso infatti un cammino di crescita qualitativa che lo ha portato a livelli espressivi assolutamente rimarchevoli nell’ambito del songwriting d’autore. Intendo dire che i quattordici brani che compongono My My My son tutti molto belli e si ascoltano progressivamente con estrema soddisfazione senza che mai il brano successivo faccia rimpiangere il precedente.
Durante l’ascolto del disco, che parte molto bene, avevo infatti il timore di incontrare prima o poi cadute di tono, debolezze. Mi sono invece – felicemente – ritrovato a consuntivare una graditissima costanza di eccellenza.

Kevin, che risiede in Massachusetts, ha dimorato per un lasso di tempo nei pressi di Roma e questa esperienza di vita si coglie nei testi di alcuni brani. La base strumentale è piuttosto completa e variegata, non ridondante, la dimensione rimanendo tendenzialmente acustica-moderatamente ‘elettro’. C’è, in sostanza, determinazione, e sono totalmente assenti quelle mollezze a cui certi cantautori del North East, invero piuttosto oscuri e/o minori, sono sfortunatamente avvezzi.
Anzi, in qualche brano mi par di cogliere affinità, soprattutto vocali, con tal Lyle Lovett che, ne conveniamo tutti, è logisticamente ubicato in tutt’altra area. E’ comunque un qualcosa di blando perché Kevin Connolly rimane certamente ‘his own man’. Tagliamo corto, azzardiamo: migliore dell’ultimo Joe Henry?

Eastern Front EFR 103 (Singer Songwriter, 1994)

Renato Bottani, fonte Out Of Time n. 3, 1994

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