E sette. Anche i Nothin’ Fancy arrivano al settimo disco con il loro nome in copertina e lo intitolano, con pochissima fantasia o con molta semplicità, soltanto Album # 7. È il terzo disco di questa band della Virginia sotto la verde insegna della Pinecastle, dopo il bellissimo Once Upon A Road del 2002 ed il degno seguito Reflections del 2004. Ed ora che mi trovo tra le mani, o meglio ancora nel lettore CD, questo nuovo dischetto, non posso che confermare la loro validità.
Però, dispiace un pochino ammetterlo, le aspettative che mi avevano suscitato all’ascolto dei due suddetti dischi si sono un po’ ridimensionate. Certo, sono davvero bravi, specialmente il mandolinista Mike Andes con la sua voce chiara e perentoria, piuttosto che l’ottimo fiddling di Chris Sexton, degnamente supportati dagli altri componenti, il banjoista Mitchell Davis, il chitarrista Gary Farris ed il bassista Eli Johnston. Sono davvero bravi ma mi aspettavo di più da questo loro disco: forse il capolavoro per la consacrazione definitiva, o semplicemente che fosse migliore dei precedenti.
Invece questo Album # 7 non aggiunge nulla di diverso (o di più) di quello che già avevano dimostrato. Non è questa assolutamente una nota di demerito: ce ne fossero di dischi così, dal suono pieno, con voci poderose (si sono presi una nomination come Vocal Group per la IBMA) nonché begli arrangiamenti. A dimostrazione della loro versatilità la scelta dei pezzi è felice, accostando ad originali, tre dei quali firmati dal bravo Mike Andes, anche brani country attualizzati con gusto bluegrass, nonché un omaggio agli scomparsi Duffey e Waller dei Country Gentlemen.
Li attendiamo per il loro prossimo disco fra due anni, vista la regolarità delle loro incisioni, sperando smentiscano le mie personali valutazioni (e soddisfino le mie pretese).
Pinecastle 1153 (Bluegrass Moderno, Bluegrass Tradizionale, 2006)
Claudio Pella, fonte TLJ, 2007
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