Secondo LP per questa string band (il primo sempre in Bay TPH-727) ed, a mio avviso, uno dei migliori album di otm revival del 1977. La line up, come già in precedenza, presenta Hall al mandolino, chitarra e voce; Jim Ringer, chitarra e voce; Cary Lung al mandolino: Ron Tinkler, banjo e chitarra; Harry Liedstrand al fiddle e voce, e, dulcis in fundo, Larry Hanks alla jew’s harp (o arpa ebraica o scacciapensieri… etc). Gli ingredienti sono costituiti, la maggior parte, da brani resi famosi dai C. Poole’s North Carolina Ramblers e dagli Skillet Lickers, il resto dal repertorio tradizionale anglo-scoto-irlandese (Highland Pipe Medley, Katy Nora) e rurale americano (Lonesome Road, Susanah Gal).
Sembrerebbe piuttosto strano che un gruppo con due mandolini in formazione prenda dal repertorio delle due maggiori string bands degli anni ’20, nessuna delle quali usò mai questo strumento. Ad un esame più attento si nota però che la tecnica di Kenny al mandolino, unica nel suo genere (e ciò è più evidente nel suo LP solo, Philo 1008), ricorda molto da vicino il thumb-three finger di Poole al banjo. Kenny non usa plettri o finger’ nails e la sua caratteristica è un arpeggio continuato, incessante, ma con una precisa cadenza, condotto dal pollice che batte l’accordo di base e tre dita che producono le note armoniche pizzicando le corde dal basso verso l’alto. Personalmente non ricordo nessun mandolinista con questo stile, nemmeno R.O. Monsley dei Leake Country Revielers, nell’otm. A me sono piaciute particolarmente Old And Gray, un’ottima versione della Old And Only In The Way (Vi 15672, Cty- 516) di Poole e l’eccellente Lonesome Road, celebre song conosciuta con questo titolo nella tradizione negra, coi titoli Turtle Dove – In The Pines – The Longest Train I Ever Saw in quella bianca, soprattutto nell’East Alabama (c/o Alan Lomax). Per finire una nota dolente, io preferisco Jim Ringer nei suoi lavori da solo o con David Bromberg: la sua chitarra infatti mi ricorda molto di più il bluegrass che non l’otm!
Bay 103 (Old Time Music, 1977)
Pierangelo Valenti, fonte Mucchio Selvaggio n. 2, 1977