Otto anni dal precedente primo suo lavoro discografico solista Grateful dopo l’esperienza Union Station con Allison Krauss che lo aveva reso famoso come mandolinista bluegrass di riferimento della nuova generazione. Tocco pulito ma deciso, raffinato e leggero ma anche aggressivo e cattivo quando serve. Si presenta ora con questo nuovo lavoro che comprende dodici tracce di cui sette strumentali e cinque cantate dalla voce calda e profonda dello stesso Steffey. Forse una voce non propriamente bluegrass ma dal tono sicuramente interessante.
Vari sono gli amici che lo hanno accompagnato in questo progetto, da Ron Block al banjo, a Stuart Duncan al fiddle, a Dan Tyminski alla chitarra, a Ronnie Bowman alle armonie vocali, ad Alison Krauss a cui è lasciata le lead voice di Warm Kentucky Sunshine dove si risente il sound Union Station dei tempi migliori, solo per citare i più famosi.
Molto belle le versioni di Don’t Lie To Me di Red Allen con la voce ed il mandolino di Adam in evidenza e la scatenata Let Me Fall con la voce solista di Dan Tyminski. Affascinante anche la cover di Please Don’t Tell Me How The Story Ends di Kriss Kristofferson, una ballata romantica dove questa volta la voce del nostro risulta essere perfetta per l’atmosfera ed in cui accantona il mandolino per cimentarsi con gusto alla mandola.
Per gustare appieno il mandolinismo pulito e dinamico cito la tradizionale Durang’s Hornpipe con la moglie Tina al banjo. Sono presenti anche tre brani originali a firma Steffey, lo strumentale d’apertura Deep Rough a metà tra un bluegrass progressivo e la new acoustic music d’autore, What Gives You The Right dal tipico andare bluegrass con liriche e voce dell’autore, per finire con la track di chiusura Barnyard Playboy che vede un grande mandolino in meritata evidenza.
Tanti otto anni d’attesa, speriamo che per il prossimo sia minore perché ne vale la pena.
Sugar Hill SUG-CD-4057 (Bluegrass Moderno, 2009)
Stefano Santangelo, fonte TLJ, 2010
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