Non si sa molto della genesi di una band come The Family e del suo leader, il banjoista ed armonicista Earl Pickens, una congrega di musicisti che nel 2009 hanno avuto il coraggio e la sfrontatezza di rileggere interamente ed in versione alternative country/bluegrass il classico The Joshua Tree degli U2. Naturalmente curiosità e simpatia li hanno fatti conoscere nell’affollatissimo panorama indie americano e ora ci propongono il loro lato più personale con queste dieci canzoni che formano Gathering, un lavoro che rispecchia con chiarezza una visione musicale decisamente ampia ed articolata.
L’amore per band come i Jayhawks, paladini del suono americana, gli Avett Brothers, band che ha fatto molto parlare di se per la loro limpida musicalità e i Flying Burrito Brothers, cult band che ha influenzato generazioni di musicisti che si rivolgono alle radici, viene confermato da un orientamento brillantemente ‘left-field’, sempre alla ricerca di armonie vocali fresche in cui si fondono le due voci maschili di Earl Pickens e di Bruce W. Derr e quella femminile di Jessie Yamas.
Interessante l’intreccio ritmico in cui il contrabbassista Bob Alpin e il batterista Jake Kline si trovano ad occhi chiusi e il fiddle ed il mandolino di Mike Chevalier svaria attraverso un repertorio gustosamente roots. Talvolta le influenze li portano al di qua dell’oceano (I’ll Be The One mi ricorda certe indolenti melodie folk dei Waterboys) ma possiamo spesso apprezzare tutto l’amore di Earl Pickens e dei suoi pards nei confronti di un retaggio folk americano arricchito da esperienze rock e pop che non annacquano una proposta ricca di frizzante vitalità.
The Broom, The Storm That Never Was, Do You Have A Secret? (un blues un pò distorto che non dispiacerebbe a Tom Waits), True Too, Take It Back e I’ll Be The One sono i momenti più convincenti di un album che non propone niente di particolarmente nuovo ma che riesce a coinvolgere e ad interessare con semplicità e sincerità.
Yay 3461 (Alternative Country, Folk Revival, 2010)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2010
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