Frank Solivan & Dirty Kitchen rappresentano una delle più belle realtà della musica acustica americana che si rivolge alle radici bluegrass, folk e country, con il tocco in più di un approccio in cui fanno capolino l’amore e il rispetto per rock e pop, ampliando la loro potenziale base di fan.
Frank Solivan, mandolinista, cantante ed autore proviene dall’Alaska dove ha trascorso gli anni della gioventù, così come il contrabbassista Danny Booth, mentre il banjoista Mike Munford si è fatto le ossa nella fertile area bluegrass di Baltimora e di Washington D.C. e il chitarrista Chris Luquette ha sviluppato il suo stile tra folk, rock e jazz nei locali di Seattle. Assieme hanno ripreso e sviluppato la lezione di band come i New Grass Revival mostrando come si possa proporre suoni acustici con la verve e ‘l’elettricità’ dei modelli contemporanei e questo Cold Spell è il perfetto quadro della loro proposta, vibrante e genuina, solida e godibilissima.
Non potevano mancare, in qualità di ‘guest star’ due tra i loro eroi musicali, John Cowan e Sam Bush, colonne portanti dei citati New Grass Revival nel loro periodo più frizzante ed ispirato, mentre il dobro player Rob Ickes è presente in gran parte dell’album fungendo da membro aggiunto e da geniale interprete della tradizione bluegrass.
La selezione iniziale è di straordinaria forza e impatto, con quattro momenti che mettono subito in chiaro intenzioni e perizia interpretativa: Say It Isn’t So, No Life In This Town, She Said She Will e Cold Spell faranno felici coloro che si sentono ancora un po’ orfani della band di Sam Bush. I più di otto minuti di Country Song e le notevoli Better (Days Go By), Betrayal e Missing You sono tra gli highlight del disco mentre appena una spanna più sotto sono i due strumentali che fungono un po’ da riempitivo pur nella loro sfavillante veste.
Cold Spell è un lavoro più che raccomandato.
Compass 4633 (Bluegrass Moderno, Folk, 2014)
Remo Ricaldone, fonte TLJ, 2014
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