Originari del South Carolina, Jimmie Tarlton (1882-1979) e Thomas Darby (1881-1971) divennero estremamente popolari dal vivo e su disco (circa 80 matrici tra il 1927 e il 1933 per la Columbia Records sotto la direzione del guru Ralph Peer). La loro caratteristica peculiare era l’uso pionieristico ed inusuale nella musica tradizionale bianca della chitarra ‘bottleneck’ o ‘steel’ che Tarlton assicurava di aver appreso dal maestro dello strumento Frank Ferera, un hawaiiano approdato negli Stati Uniti al seguito della troupe di Keoki E. Awai in occasione della Panama-Pacific International Exposition (San Francisco, 1915).
La maggior parte dei brani del repertorio (ballate native, spesso raccolte direttamente in loco, composizioni autografe, molti blues, strumentali e non, qualche ragtime) lascia veramente a bocca aperta per l’originalità delle parti vocali che si intrecciano con la complessa struttura dell’accompagnamento e per il suono fresco, solido e palpabile.
Il sodalizio finì in modo drastico e definitivo per divergenze di carattere economico riguardo le royalties: i due, pur vivendo nella stessa cittadina, non si rivolsero mai più la parola eccetto in occasione di un’unica fulminea reunion del 1963 dopo la loro riscoperta nel periodo del boom del folk revival. Tutta la loro produzione è stata riedita in un fantastico box-set di tre CD a cura dell’etichetta tedesca Bear Family nel 1995.
Pierangelo Valenti, fonte Suono, 2012