Il primo a scoprire Bill Flagg è stato probabilmente un certo Claes-Hàkan Olofsson della rivista svedese American Music, che vinse ad un’asta dell’inglese `Breathless’ Dan Coffey Guitar Rock e Go Cat Go su etichetta Tetra. Per anni era convinto che Bill Flagg fosse uno sconosciuto pioniere del sud e solo recentemente, trovando il numero di telefono di Bill su una newsletter country pubblicata da Howard Vokes in Pennsylvania, scopre che il tutto invece inizia sulla East Coast, Connecticut….
William R. Flagg nasce a Waterville, Maine l’11 marzo del 1934. Aveva un fratello e insieme crescono nella fattoria del nonno dove lavorava anche loro padre. Alla morte del nonno, nel 1940, la famiglia si
Trasferisce a Hartford, Connecticut, e il padre trova lavoro presso la Colts Firearms. Bill inizia a cantare all’età di 5 anni e suona il suo primo strumento, un dobro regalatogli dallo zio, all’età di 12 anni. A quei tempi le sue influenze musicali sono Montana Slim, Gene Autry e poi Eddie Reed, ‘The Fargo Kid’, una personalità radiofonica e artista dell’etichetta Empire.
Bill, dopo aver assistito ad una performance di Eddie Reed, decide di tentare la via professionale e all’età di 17 anni prende il posto di Eddie alla radio WHAY di New Britain, Connecticut, dal momento che Reed era ormai stanco di alzarsi tutte le mattine all’alba per portare avanti il suo show. Bill viene così scritturato come ‘The Lone Pine Cowboy’ e nel 1951 forma la propria hillbilly band dal nome The Prairie Drifters; neanche due anni dopo conosce Joe D. Gibson che lo avvicina alla musica di Bill Monroe. A quei tempi non esisteva ancora il termine Bluegrass o Country, questa musica si definiva Hillbilly.
Bill Flagg ora suona tre sere alla settimana in un club e cerca di interpretare successi di artisti come Monroe, Flatt e Scrugg con motivi come Can’t You Hear Me Calling? o Roll In My Sweet Baby’s Arrns ma senza riscontrare grande attenzione di pubblico che si lamentava di non poter ballare su tali canzoni. Inoltre ai tempi la musica stava cambiando anche grazie a Bill Haley e il rock’n’roll.
Così una sera Bill con il chitarrista John Sligar e il bassista Warren Swan decide di combinare lo stile di Monroe con quello di Haley e finalmente trova il proprio sound. Decidono di suonare questi pezzi alla serata successiva e, benchè i vecchi seguaci del gruppo non approvavano il nuovo sound, i giovani erano entusiasti e proponendo sera dopo sera questo nuovo repertorio anche il pubblico cresceva a vista d’occhio. Data la quantità di presenze era necessario spostarsi in un club più capiente e nel frattempo anche la Tetra Records di New York offre a Bill un contratto. Con Cat Gibson alla chitarra e Ted Barton al basso viene realizzato il primo 78 giri rockabilly Go Cat Go. Il successo è tale che ne segue subito un altro dal titolo Guitar Rock che vede Bill Flagg accompagnato dai suoi Rockabillies. Entrambi i pezzi entrano nella classifica di Billboard e Bill firma con la major MGM. Ben presto però nasce una polemica con l’etichetta che vuole spingere Bill a cantare come il re del rock’n’roll Elvis Presley, mentre lui vuole continuare ad usare lo stile rockabilly. Questo termine presto scompare per ritornare in voga nei 70/80 con il revival lanciato dagli Stray Cats. Presso la MGM lavorava anche un certo Monty Craft che porta Flagg a firmare per Monte Bruce, genero del dj Alan Freed, titolare dell’etichetta Bruce insieme allo stesso Monty e Dave Millet.
Flagg registra I Will Always Love You, Doin’ My Time, Rollin’ In My Sweet Baby’s Arms, Can’t You Hear Me Calling?” e Six White Horses. Così dopo alcuni 78 giri su Tetra Records tra il ‘56 e il ‘57, la MGM realizza nel 1958 un solo singolo Doin’ My Time/I Will Always Love You e nonostante le buone offerte ricevute decide di liquidare Bill Flagg.
In seguito a Bill viene offerto un contratto dalla Hickory label ma senza concludersi e allora per un po’ di tempo decide di impegnarsi come dj country per diverse radio. Negli anni a seguire entra in attività con il padre nel business di cavalli e suona ogni tanto nei clubs fino a mollare tutto per mettersi a dipingere.
Oggi senza volersi far riconoscere più di tanto capita che suoni bluegrass con il figlio Bob e la sua band The Cobble Mountain Boys e scrive alcuni pezzi per loro. Partecipano a diversi festival e dopo il successo di una edizione a Stafford Sorings il direttore artistico della città di East Hartford offre a Bill l’opportunità di produrre un proprio festival bluegrass per la città. Così col figlio fonda l’etichetta Banner e dopo il successo di questo festival incide un CD Somewhere Near Bangor, Maine con il nome Hobo Bill & the Last Ride. Il brano The Great American Special tratto dal CD viene proposto diverse volte in radio e gira l’America. Questa canzone è stata scritta da Bill nel settembre del 2001 in commemorazione dell’attentato alle due Torri dell’11 settembre.
Siamo nel 2002 e Bill viene incluso nella Rockabilly Hall of Fame e subito dopo Bob Timmers realizza un album con diversi brani inediti di Bill tratti dalle sessions della Tetra e MGM records. Ora Bill avrebbe piacere di esibirsi in Europa sia nel panorama rockabilly che bluegrass con i suoi Last Ride: Bob Flagg (chitarra ritmica), Brain Cherette (dobro/fiddle), John Rough (banjo), Kurt Hanson (mandolino) e Bill alla voce, chitarra, contrabbasso e armonica. La loro più recente esibizione è stata all’Hartland Hollow Bluegrass Festival a East Harland, Connecticut sia come Cobble Mountain Boys di Bob Flagg che come Hobo Bill & the Last Ride. In uscita un singolo EP per la Mac Records dal Belgio.
Discografia:
Go Cat Go/A Good Woman’s Leavin’ (Tetra 4445, 1956)
Guitar Rock/I’m So Lonely (Tetra 4448, 1957)
I Will Always Love YoulDoin’ My Time (MGM K12637, 1958)
(si ringrazia Bo Berglind (American Music – Svezia), Jean ‘Edgar’ Prato (Big Bear – Francia), Alain Sanders (Country Music Attitude – Francia) e Howard Vokes)
Maurizio Maiotti, fonte Jamboree n. 40, 2003