Alison Krauss e Robert Plant

Alison Krauss è un’artista molto nota nell’ambito della musica country; una ragazza molto bella e con una voce sensazionale che si è fatta strada fin da quando era molto giovane raggiungendo da subito le vette del successo. Robert Plant invece è conosciuto dalla maggior parte delle persone per essere stato un componente di una delle più grandi rock band, i Led Zeppelin.
Da un incontro casuale è seguita l’idea di un album insieme e di un tour mondiale, che toccherà anche diversi paesi europei nel mese di maggio, fra cui Birmingham, Manchester, Cardiff, Londra, Düsseldorf, Brussels, Parigi, Amsterdam, Stoccolma, Oslo e Bergen. Il mix di musiche e voci che i due sono stati in grado di creare sono davvero di notevole entità e per gli appassionati di musica questa è un’occasione unica per poterli ascoltare dal vivo; cosa rara, soprattutto per gli appassionati di musica country, visto che i tour dei loro beniamini vengono fatti quasi esclusivamente negli Stati Uniti.
Nel dicembre 2003 ebbi modo di veder cantare Robert Plant durante il concerto di premiazione del Nobel per la pace a Oslo; sinceramente era la prima volta che lo sentivo e lo reputai un artista di grande talento, misterioso ma al tempo stesso coinvolgente.
Non avrei mai pensato che a distanza di tempo avrebbe potuto registrare un album proprio con una cantante country.

Alison Krauss
Alison Krauss, nata il 23 luglio 1971, passò la sua infanzia a Champin, Ill.. Dopo aver imparato a suonare il violino, Krauss partecipò a festival bluegrass. Ottenne l’acclamazione del pubblico, inizialmente per il suo modo di suonare ma successivamente fu la sua voce a catturare l’attenzione di tutti.
La Rounder Record le fece un contratto quando aveva solo 14 anni. Con il progredire della sua carriera, sviluppò la sua abilità come produttore, arrangiatore e mediatore di grandi canzoni. Oltre a produrre le sue registrazioni con la Union Station, Krauss produsse tre album per la Cox Family e due per la Nickel Creek e nel 2001 il singolo di Reba McEntire Sweet Music Man. Dopo aver lanciato la sua carriera di registrazione con l’album del 1987 Too Late To Cry, Krauss introdusse la sua band, gli Union Station, nel lancio dell’album Two Highways del 1989. La band entrò nella storia delle vendite bluegrass nel 1995 con l’album Now That I’ve Found You: A Collection ottenendo una certificazione doppio platino. Lo stesso anno, Krauss vinse quattro CMA Awards come miglior artista femminile, horizon award, miglior singolo (When You Say Nothing At All) ed evento vocale (Somewhere In The Vicinity Of The Heart con Shenandoah). I suoi successivi tre progetti furono certificati doppio platino.

Cantò e suonò per diversi artisti come Bad Company, Vince Gill, Emmylou Harris, John Michael Montgomery, Michael McDonald, Michael Johnson, Dolly Parton, Alan Jackson, Rhonda Vincent, Dar Williams, Brad Paisley, i Chieftains, Kris Kristofferson, Kenny Rogers, Ralph Stanley, Shenandoah e Phish e contribuì a colonne sonore per diversi film.
Krauss collaborò con Sting per You Will Be My Ain True Love, una delle due canzone che
lei registrò per il film Cold Mountain; la canzone ottenne la nomination agli Oscar.
Collaborò anche con James Taylor per registrare How’s The World Treating You per l’album di tributo del 2003 Livin’, Lovin’, Losin’: Songs Of The Louvin Brothers.
Nel 2004 Alison Krauss & Union Station lanciarono l’album Lonely Runs Both Ways. Il progetto ottenne tre Grammys raggiungendone un totale di 20, il numero più alto nella storia per una donna. Ottenne inoltre due CMA Awards nel 2004 per il duetto con Brad Paisley Whiskey Lullaby. Alan Jackson la scelse poi per produrre il suo album del 2006 Like Red On A Rose.

Robert Plant
Dotato di un talento ‘grezzo’ e di un profondo amore per la musica, Plant, che da ragazzino adorava il Rock and Roll di Elvis Presley e il Blues, crebbe nella cittadina di Halesowen vicino a Birmingham e iniziò la sua carriera giovanissimo: dopo aver lasciato la famiglia, che lo ostacolava nella sua passione per la musica e lo spingeva ad intraprendere la carriera di ragioniere, Robert fece lavori di ogni genere finché iniziò a cantare nei pub di campagna intorno a Birmingham. Dopo avere cantato nella Band Of Joy, venne scoperto dal chitarrista dei cosiddetti New Yardbirds, Jimmy Page, mentre cantava in una band chiamata Hobbstweedle. Page, che all’età di soli ventiquattro anni è già ritenuto uno dei migliori chitarristi al mondo, era alla ricerca di un cantante per il suo nuovo gruppo e non appena sentì la voce del giovane Plant ne rimase impressionato. L’esperto e intrigante Pagey (come lo soprannomineranno poi gli altri membri dei Led Zeppelin) ‘convinse’ in pochi minuti Plant a unirsi a lui. Fu questo l’avvio di una coppia che avrebbe dato inizio ad una nuova era nella Storia della musica. Inizialmente Plant non fu apprezzato dalla maggior parte dei critici musicali, tanto che uno di loro lo definì un “povero belloccio urlatore”.

Grazie alla sua voce grintosa e capace di raggiungere tonalità altissime, Robert Plant trascorse gli anni sessanta e settanta suonando nei Led Zeppelin e producendo otto album che raggiunsero tutti il primo posto, non solo delle classifiche inglesi ma di tutto il mondo.
In seguito alla morte del batterista John Bonham nel 1980 e al conseguente scioglimento dei Led Zeppelin, Plant nel 1982, esordì da solista con Pictures At Eleven un album a cui parteciparono i grandi batteristi Phil Collins e Cozy Powell. Plant tornò in tour raccogliendo i consensi dei pubblico.
La produzione solista fu a tratti interrotta da eventi che lo videro riunirsi a Page: accade una prima volta sul palco del Live Aid, il 13 luglio del 1985 dove partecipò anche John Paul Jones e tre anni più tardi in occasione del quarantennale dell’etichetta Atlantic (e questa volta alla batteria c’era il figlio di Bonham, Jason).

Al primo disco seguì The Principle Of Moment. Nel decennio 1985-1995 Plant apparve sottotono, soprattutto per l’impossibilità di raggiungere con la voce le vette di un tempo (Shaken’n’Stirred, Now And Zen, Manic Nirvana e Fate Of Nations ne sono un esempio) ma gli album mantennero comunque un’elevata qualità anche se Plant per ciascuno variò i musicisti di supporto.
Il primo vero ricongiungimento fu però nel 1994 con No Quarter un album composto da registrazioni dal vivo e in studio realizzato insieme  a Jimmy Page, col quale Plant ritrovò se stesso. Una nuova vena creativa che si manifestò sia nella reinterpretazione dei vecchi grandi successi dei Led Zeppelin che nella creazione di alcuni nuovi brani  caratterizzati da una raffinatezza e un carattere del tutto particolari e a cui fece seguito una tournée mondiale.
Il 2002 fu l’anno in cui Plant ritrovò la qualità artistica e lo dimostrò con l’uscita dell’album Dreamland. Nel 2005 lanciò Mighty Rearranger, un album diviso a metà fra la riscoperta delle origini Blues e il nuovo personalissimo stile mistico ricercato nella musica nordafricana e indiana.

In seguito, durante un concerto in tributo dei Leadbelly, Plant conobbe la cantante e violinista bluegrass Alison Krauss e da questo incontro casuale nacque l’idea di un nuovo e inatteso album di cover di brani country, r&b, rock&roll, folk e di canzoni d’autore (Tom Waits, Gene Clark, Townes Van Zandt, Allen Toussaint, gli stessi Page e Plant di Walking Into Clarksdale) orchestrato dal produttore T Bone Burnett e con la collaborazione di musicisti come Marc Ribot, Norman Blake e Mike Seeger. Pubblicato dall’etichetta ‘roots’ Rounder il disco, intitolato Raising Sand, uscì nell’ottobre 2007 ottenendo un immediato successo e ottimi riscontri di vendita. Fu pubblicizzato dai più importanti magazine degli Stati Uniti e in meno di un mese ottenne la certificazione oro e ora si trova in procinto di raggiungere la certificazione platino.
Fra le canzoni presenti nell’album si trova Please Read The Letter, una canzone già presente nell’album Walking into Clarkdale pubblicato da Page.
All’interno dell’album ci sono una grande varietà di combinazioni vocali e strumentali; sebbene i due artisti provengano da tradizioni musicali differenti, quello che sono riusciti a creare è qualcosa di sorprendente, un album dai tratti inattesi e con suoni del tutto nuovi.
In effetti è un album molto particolare, alcuni lo potrebbero trovare noioso se paragonato ai suoni e ai ritmi che siamo abituati ad ascoltare giornalmente, ma in realtà è un disco semplice che unisce il classico e il moderno in grado di far meravigliare coloro che lo sentono grazie alla musica molto rilassante e alle voci, che alcuni hanno definito ‘celestiali’.
L’uscita dell’album, come detto inizialmente, ha dato il via anche a un tour mondiale che toccherà diversi paesi europei. L’occasione è da non perdere e io vi consiglio vivamente di non farvela sfuggire.
La vera musica è difficile da trovare al giorno d’oggi; la nostra fortuna è di poter contare ancora su artisti che sono in grado di farci riscoprire i suoni del passato e di tramandare queste radici musicali ai giovani artisti che con il loro talento ci faranno continuare a sognare…

Sara Civillini, fonte Jamboree n. 61, 2008

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