Segnalatosi per un originale, fresco ed accattivante guitar-oriented sound sin dal secondo album – il primo ha conosciuto una distribuzione reale solo in seguito al successo del secondo – questo gruppo di Milwaukee è diventato rapidamente una cult-band a livello mondiale negli anni Novanta.
Si tratta di un’anomala formazione rock guidata da Tom ed Ian Spanic, rispettivamente padre e figlio, co-leaders ed autori nell’ambito di una band che porta il loro nome. Grazie ad una musica saldamente ancorata ai canoni del rock & roll, attraverso l’uso di due voci e due chitarre su una buona e duttile sezione ritmica, questi due musicisti di generazioni diverse ci hanno fatto riscoprire il fascino del sound delle origini.
Ed anche se, al quarto lavoro, il gusto della sorpresa, dell’imprevisto si è un po’ attutito, Dream Your Life Away si segnala ancora una volta per l’ambiziosa semplicità della sua architettura sonora, per il suo sound piu asciutto ed essenziale.
Gli Spanic Boys sono sempre freschi ed accattivanti, ma non è piu il momento di riscoprire il passato: Everly Bros, Holly, Presley, il rock dei bianchi che si protrae nel sound di gruppi storici dei Sixties, Byrds e Creeedence in testa, sono ritornati ad essere ricordi. Troviamo sonorità piu personali a caraterizzare un’opera intensa ed ambiziosa, all’insegna della formula del rock vocale supportato da un cristallino Telecaster-sound che contínua ad affascinare.
Come le stesse note di copertina di Dream Your Life Away vogliono evidenziare, esaltando l’attualità e la credibilità dello Spanic-rock rispetto alla produzione banale o brutale del rock contemporaneo. in questo CD vanno segnalati e sottolineati i valori innovativi e contemporanei nell’evoluzione del suono di questa band.
Prima la modernità dunque e, poi, i valori ‘roots’ o la nostalgia per il passato. Siamo pienamente d’accordo con questa tesi e, in sintesi, quel che più conta è come questa band sappia esprimere, ancora una volta in forme diverse, l’essenza stessa del rock & roll.
Rounder 9038 (Roots Rock, 1993)
Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 1, 1993
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