Bill Staines – Going To The West cover album

La musica americana è ricca di personaggi misconosciuti, di eroi non cantati e questo stagionato songwriters è uno di questi, nonostante sia sulle scene da più di venticinque anni ed abbia ben sedici albums all’attivo. Songwriter di estrazione folk. ma con sapide influenze country & western, Bill Staines gode comunque molta considerazione da parte dei musicisti e dei suoi colleghi. Suoi brani come Child Of Mine sono ormai dei classici e numerosi cantanti hanno interpretato i frutti della sua penna, da Jerry Jeff Walker a Nancy Griffith che gli dedica più che affettuose parole nelle note di copertina. Le sue recenti produzioni su Red House e Philo lo segnalavano in ottima forma, come attesta anche Going To The West, scintillante gemma prevalentemente acustica di un cantautore intelligente ed ispirato, affascinato dalla magia dell’ovest e latore di emozioni e valori antichi e immortali. Le sue ballads catturano l’ascoltatore grazie al fascino di un ‘trovatore’ contemporaneo che celebra gli spazi infiniti, la vita on the road e le interminabili strade degli States che la permettono.

Supportato da un eccellente produzione che gli permette i migliori musicisti e coriste della scena di Austin, Bill Staines firma con Going To The West un’opera di grande spessore, ricca di songs originali ma anche di traditionals e brani di altri songwriters.
Un balladeer in stato di grazia che dispensa emozioni antiche ed autentiche. Chi ama Tom Russell o lan Tyson, si avvicini a Staines senza paura perché vi scoprirà lo stesso mondo poetico-musicale non solo per quanto riguarda l’amore per la natura e per l’epopea del West.
Ecccellenti anche gli arrangiamnenti, di cristallina purezza dove, accanto alle chitarre, spiccano strumenti come violin, accordion, armonica e piano.
Ben congegnate anche le parti vocali con centrati interventi di voci femminili in più brani. L’hardiniana Black Sheep Boy, regalo inatteso, chiude questo magico viaggio nel West.

Red House RHR 56 (Singer Songwriter, 1993)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 1, 1993

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