Angela Strehli – Blonde And Blue cover album

“Angela è una delle cantanti di maggior classe e ricche di soul che io conosca, e adesso ha fatto uno dei migliori dischi che io abbia sentito da lungo tempo a questa parte. Grandi canzoni, cantate e suonate con profondo soul-feeling, funk e autenticità”. Così si è espressa Bonnie Raitt, la voce bianca del blues di maggior successo attualmente, sul conto di Angela Strehli.
Ed in effetti Blonde & Blue, suo primo disco per la Rounder, dopo anni di militanza per la Antone’s è l’espressione massima di una voce bianca alle prese con la musica nera. Angela, accompagnata dalla Antone’s House Band al completo, offre il meglio di sé alle prese con un repertorio tra soul, blues e r&b ricco di citazioni tanto nei brani originali che nelle intelligenti e ben arrangiate covers.

Un’opera che testimonia, una volta di più, la sensibilità ed il gusto di una vocalist bianca che ha veramente poche uguali alle prese con la musica near. Questa soul-woman dagli occhi azzurri di Austin, Texas, firma un lavoro di rara intensità e bellezza in cui rigore stilistico ed elegante produzione ben si sposano con le doti vocali di una cantante ed autrice appassionata ed emotiva.
Two Bit Texas Town è un testamento spirituale che apre il compact all’insegna di un atto di fede verso la musica che ama e che ha radici profonde in tutte le componenti musicali del southern r&b. Ma in Blonde & Blue, forse la sua miglior produzione, Angela Strehli, in forma smagliante e perfetta in ogni occasione passa con disinvoltura dal blues del Delta al suono urbano di Chicago, dallo Stax-sound al più tipico gospel dagli accenti southern.

Quasi a testimoniare la bontà delle intenzioni e l’autenticità delle fonti d’ispirazione di Angela, il CD si chiude con accenti di blues purissimo con una superba citazione di Elmore James, The Sun Is Shining, e sulle note di un country-blues, Going To The City, cui la sola national-steel di Steve James le fa da sostegno. Lo spirito del blues l’accompagna.

Rounder 3127 (Blues, 1993)

Franco Ratti, fonte Out Of Time n. 1, 1993

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