La sua prematura scomparsa avvenuta il 28 dicembre 1976, ha privato il mondo del blues di uno dei suoi maggiori capiscuola. Il CD in questione, Let The Good Times Roll, presenta Freddy King registrato live in Francia nel ’74-‘75, anni ricchi di soddisfazioni per questo maestro della chitarra blues, che, dopo il periodo buio della fine dei ’60, era tornato prepotentemente sotto i riflettori: i tours con Eric Clapton, tre ottimi albums realizzati per la Shelter Records di Leon Russell, il contratto con il potente Robert Stigwood della RSO, l’aiuto di Mike Vernon, lo avevano anche fatto conoscere al grande pubblico del rock.
Numerosi sono gli album postumi che documentano la sua attività in concerto di quegli anni, ma ciò nonostante è tale la statura del gigante, l’immensa energia del suo suono, che gli oltre 70 minuti di questo CD non solo sono benvenuti, ma scorrono in un baleno.
Prestiamo attenzione all’eloquenza della sua voce, vigorosa e forte, alla magia del fraseggio della sua chitarra, puro e cristallino. Goin’ Down, uno dei suoi cavalli di battaglia, è qui presente in una bella versione, così pure due classici come Stormy Monday Blues (T. Bone Walker), Sweet Little Angel (B.B. King), tratti dal repertorio di due delle sue principali fonti d’ispirazione.
Avere portato nel suono di Chicago la sua matrice texana aveva fatto di lui uno dei bluesman più amati e rispettati dal pubblico europeo, che ne aveva decretato il grande successo.
E’ una gioia ascoltare Freddy King alle prese con brani immortali come Let The Good Times Roll e Ain’t Nobody Business, con Wee Baby Blues uno dei picchi di questo interessantissimo CD. Un CD che ancora una volta ci fa rimpiangere la sua scomparsa, avvenuta quando il grande maestro era in uno dei suoi picchi come innovatore ed interprete: un vero paradiso per le nostre orecchie.
Wolf 120 800 (Blues, 1994)
Umberto Tonello, fonte Out Of Time n. 5, 1994