Decimo album (escluso il best su Columbia) per i New Riders e secondo disco nel giro di soli sette mesi. La loro cosa migliore dopo Brujo, un ritorno ai livelli iniziali. Come tutti i grossi gruppi anche i NRPS hanno cambiato nel tempo diversi elementi, rimanendo comunque sempre John Dawson e David Nelson i due leader naturali. Né Dave Torbert agli inizi, né Skip Battin poi hanno avuto la capacità o la volontà di affiancarsi alla loro leadership collegiale. L’attuale bassista, Steve Love, entrato nel gruppo senza clamori lo scorso anno, si sta rivelando invece qualcosa di più di un ottimo compositore, riuscendo addirittura a concentrare su di sé l’attenzione per un’intera facciata dell’album.
Nasce a questo punto un’amara considerazione nei confronti di Roger McGuinn che quando l’aveva con sé nella sua band preferì affidarsi alle canzoni degli altri membri… Così in questo nuovo disco del gruppo westcoastiano emergono due linee per così dire d’indirizzo, non contrapposte, quella di Steve Love appunto con la sua spiccata personalità, anche se le sue canzoni ricordano cose già sentite, e quella dei NRPS dei tempi migliori.
Una novità rispetto al precedente album è il distacco di Spencer Dryden, indimenticabile batterista dei Jefferson dei tempi d’oro, che ora non si esibisce più col gruppo ma svolge un ruolo di consulenza e coordinamento dando un contributo in studio colle percussioni. Il suo sostituto Pat Shanahan non è uno sconosciuto, fece parte della Stone Canyon Band di Rick Nelson (In Concert, Rudy The Fifth, Garden Party) avendo già quindi suonato con Love.
La prima facciata è quella occupata dai brani di Steve, che è anche eccellente lead vocalist. ‘Till I Met You, il brano iniziale e Knights And Queens sono due bellissime ballate che godono di un piacevole accompagnamento orchestrale. Gli altri tre pezzi sono rock, Llywelyn, stupendo, tenta di creare un’atmosfera affascinante che vuoi richiamare il lontano XIII secolo; Green Eyes A Flashing’ mostra un coro splendido specie sopra l’assolo di chitarra quando diventa un ohohohoh. Oh, What A Night, il più aggressivo, riconferma la bravura di Buddy Cage. La seconda side si apre con un country-rock classico, A Good Woman Likes To Drink With The Boys di Dave Ellingson, assai ben arrangiato con un finale ripetitivo ma avvolgente, che si lega al breve strumentale Turkeys In A Straw eccellente lavoro di tre chitarre elettriche.
John Dawson è tornato a comporre dopo anni; firma da solo Twenty Good Men un rock che si avvicina ai pezzi del terzo album in particolare con qualche reminiscenza psichedelica e Little Miss Bad con una conclusione a ritmo di reggae. Scrive con David Nelson Jasper, una canzone dedicata ad un cercatore d’oro che tenta la fortuna su di una montagna sbagliata, nel più classico stile NRPS e insieme a Spencer Dryden Take A Red country-rock dove l’armonica ci sta bene, gli effetti della pedal steel guitar ancora meglio, ma i fiati (per fortuna l’unico neo) nient’affatto. Ci prova anche Pat Shanahan ad interpretare un brano (scritto da lui stesso) Echoes, più che discreto.
Un ottimo album quindi, con molti meriti da ascrivere anche al nuovo producer Jim Ed Norman, di vecchia conoscenza, che si rivela capace di capire la musica del gruppo. Pure la copertina, delle migliori, ed il foglio con i testi, buoni, invitano all’acquisto.
MCA 2307 (Country Rock, 1977)
Raffaele Galli, fonte Mucchio Selvaggio n. 3, 1977