Pura gioia! Questo il sentimento che giunge diritto alle orecchie (e al cuore) degli ascoltatori non appena si inserisce nel lettore uno qualsiasi dei due CD (o del DVD gemello) che racchiudono il primo live di Dolly Parton da dieci anni a questa parte. Progetto, questo Live And Well, che suggella l’ennesimo ritorno di un’autentica icona dell’american music nonché di un’indiscutibile regina del country. E che assume significati ulteriori da quando Dolly ha deciso di abbandonare le major affidandosi alle cure affettuosamente genuine di una ‘small label’ specializzata come la Sugar Hill e pubblicando (guarda caso) alcuni dei lavori più belli della sua carriera.
Soprattutto perché, per rivitalizzare la sua carriera, il suo cliché musicale e la sua immagine, alla Parton è stato sufficiente dare uno sguardo a quel glorioso passato (tradizione, bluegrass e strumenti acustici) che continua a rappresentare una inesauribile fonte di ispirazione anche per le migliori realtà country del 2000 (Dixie Chicks, She Daisy, ecc).
Dolly, infatti, è in grado di navigare con straordinaria naturalezza in questo arcipelago sonoro sia quando esegue brani relativamente nuovi del suo immenso repertorio (come la incantevole The Grass Is Blue) sia quando ripropone classici del suo formidabile songbook (Coat Of Many Colors, Rocky Top, 9 To 5, Jolene).
Registrato pochi mesi fa a Dollywood (il suo ranch/parco dei divertimenti) nel corso del tour di Halos And Horns, lo scintillante Live And Well presenta la pittoresca Parton (compirà 60 anni il 19 gennaio 2006) in forma smagliante. Vocalist sopraffina (ascoltate il medley a cappella in cui si mescolano brani dei Bee Gees ad alcuni suoi cavalli di battaglia come la sensazionale Why’d You Come In Here Lookin’ Like That) e interprete di classe (che dire della cover di Stairway To Heaven degli Zep?), Dolly incanta anche l’ascoltatore più scettico. E, naturalmente, rapisce ogni vero appassionato di Americana. Imprescindibile.
Sugar Hill 3998 (Country Acustico, Bluegrass Moderno, 2004)
Ezio Guaitamacchi, fonte JAM n. 110, 2004